Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.375,87
    +67,87 (+0,17%)
     
  • Nasdaq

    18.352,76
    +164,46 (+0,90%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,44
    -0,44 (-0,52%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.001,43
    -1.889,69 (-3,51%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.173,44
    -35,25 (-2,92%)
     
  • Oro

    2.399,80
    +30,40 (+1,28%)
     
  • EUR/USD

    1,0844
    +0,0029 (+0,27%)
     
  • S&P 500

    5.567,19
    +30,17 (+0,54%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8457
    -0,0015 (-0,17%)
     
  • EUR/CHF

    0,9703
    -0,0023 (-0,23%)
     
  • EUR/CAD

    1,4779
    +0,0065 (+0,44%)
     

Ocse: Italia verso moderata ripresa, essenziale attuazione riforme

Ocse: Italia verso moderata ripresa, essenziale attuazione riforme. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

MILANO (Reuters) - Per il prodotto interno lordo italiano l'Ocse prospetta quest'anno una crescita modesta ma a ritmo meno pigro rispetto alle proiezioni precedenti, destinata ad un ulteriore consolidamento nel corso del 2016 grazie un piano di riforme "ambizioso e di ampio respiro". Essenziale però la rapida e piena attuazione delle riforme strutturali che migliorino la competitività e rilancino la crescita della produttività. È il quadro tratteggiato dall'ultimo rapporto monografico sull'Italia a cura dell'organizzazione parigina, corredato da una lunga lista di raccomandazioni sul piano delle riforme istituzionali, del mercato del lavoro e delle sfide di bilancio e finanziarie. Rispetto all'Economic Outlook pubblicato a fine novembre, l'Ocse ritocca al rialzo di quattro decimi la proiezione sulla crescita 2015 - 0,6% da 0,2% - e di tre quella sull'anno prossimo, che passa a 1,3 da 1,0%. In realtà il rapporto indica +0,4%, durante la conferenza romana di questa mattina, però, il segretario Angel Gurria ha fornito una previsione superiore di 0,2 punti. I più recenti fattori che incidono in positivo sono "la politica monetaria Bce, il calo del prezzo del petrolio e le migliori prospettive dell'Italia", dice Gurria. L'Ocse si colloca così in linea con le previsioni di governo e Commissione europea, mentre il Fondo monetario internazionale stima +0,4%. "In passato, molti progetti validi di riforma non sono stati pienamente attuati, impedendo in tal modo all'economia di beneficiare interamente dei loro effetti. Il governo si sta quindi concentrando sui cambiamenti del quadro politico-istituzionale e del sistema giudiziario per rimuovere i precedenti ostacoli all'attuazione delle riforme" commenta il rapporto. Molto bene dunque il programma di Matteo Renzi, a patto che dalle parole si passi rapidamente ai fatti. "Se pienamente attuate, [le riforme] potrebbero incrementare un incremento del Pil pari a 6% entro i prossimi dieci anni. [...] Eventuali ritardi o un'attuazione incompleta ne ridurrebbero i benefici". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan naturalmente concorda: "È necessario implementare le riforme perché altrimenti non ci saranno benefici". Per i prossimi cinque anni l'Ocse ascrive un 1,5% alla riforma del mercato dei prodotti, un 1,0% a quella del mercato del lavoro (0,6% Jobs Act e 0,3% cuneo fiscale), uno 0,4% dalla riforma del sistema fiscale e uno 0,6% da quella di pubblica amministrazione e giustizia. Per passare al capitolo finanza pubblica, sempre se paragonate alle proiezioni di fine novembre migliorano in percentuale rispetto al Pil le indicazioni sul deficit - 2,7% da 2,8% per il 2015 e 1,8% da 2,1% per l'anno prossimo - ma non quelle sul debito, congelate a 132,8% per quest'anno e 133,5% per il 2016. Governo, Commissione Ue e Fondo monetario internazionale prospettano invece nelle ultime proiezioni per l'anno prossimo un leggero decumulo della montagna del debito pubblico. "Con il bilancio strutturale in pareggio già nel 2014, l'Italia ha raggiunto il punto necessario a ridurre il rapporto debito/Pil nel medio termine. Una volta chiuso il divario tra prodotto effettivo e potenziale, e imboccata la strada della crescita, il debito si ridurrà stabilmente, raggiungendo il 60% del Pil subito dopo il 2030" si legge ancora nel rapporto monografico. (Alessia Pé) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia