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Oh, no! Il Drago svaluta di nuovo…

Secondo alcuni osservatori, la svalutazione dello Yuan sarebbe positiva per l’economia e per i mercati (se si riesce a interpretato bene): nulla di più lontano dalla realtà. Non c'è dubbio che la svalutazione dello yuan - specie contro il dollaro Usa - sia un balsamo per l'economia di Pechino e per le non sempre floride imprese esportatrici cinesi.

Ad inizio 2014 occorrevano 6.05 yuan per ottenere un dollaro; oggi ne servono 6.55. Ciò malgrado, il tasso di crescita dell'economia è passato dalla doppia cifra al "sei virgola qualcosa".

Come sappiamo, la Cina sta attraversando una tormentata transizione - da investimenti e manifattura, a consumi e servizi - e questo provoca qualche scossone. A parole, le autorità sono preoccupate per l'eccessivo livello di indebitamento delle aziende, ma nei fatti non disdegnano di porre in essere stimoli che rimandano il momento del deleveraging (quale deleveraging?!); adottando la strategia "short term gain, long term pain".

In soldoni, la Cina cerca di svalutare, nei limiti del possibile, per fornire sollievo alle aziende strozzate dalla compressione dei margini e dall'aumento dei tassi di interesse e del servizio del debito. Quando la Cina svaluta, di riflesso il resto del mondo rivaluta. Pertanto, la Cina "esporta deflazione", ad un mondo che di certo non ha bisogno di pressioni sui prezzi al consumo e alla produzione.

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Questo vanifica o quantomeno riduce l'efficacia delle politiche monetarie espansive di BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) e BoJ. Ed ecco perché la svalutazione dello yuan, se da un lato fornisce un sollievo temporaneo all'economia cinese, dall'altro mette nei guai il ciclo economico internazionale.

Non a caso, da un certo punto in avanti fra Usd/Cny e Global PMI si è manifestata una correlazione diretta: la rivalutazione dello yuan è coincisa con il miglioramento del ciclo economico globale, mentre la svalutazione della divisa cinese - in essere come dicevo da inizio 2014, perlomeno contro dollaro (in termini medi ponderati il discorso un pochino cambia) - è coincisa con il deterioramento della congiuntura internazionale.

Sotto questa prospettiva, è evidente che i nuovi minimi dello yuan sono negativi - altro che - per l'economia internazionale; oltre che per i listini globali.

Autore: Gaetano Evangelista Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online