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Overbooking: cos’è e come ottenere il rimborso del biglietto

Chi decide di viaggiare in una categoria inferiore rispetto a quella che aveva prenotato, ha diritto ad un rimborso variabile fra il 30 e il 70 per cento del prezzo del biglietto. (Getty)
Chi decide di viaggiare in una categoria inferiore rispetto a quella che aveva prenotato, ha diritto ad un rimborso variabile fra il 30 e il 70 per cento del prezzo del biglietto. (Getty)

L’overbooking può diventare l’incubo di chi viaggia. Basta chiedere al passeggero di origine cinese che, sul volo 3411 della United all’O’Hare International Airport di Chicago, è stato trascinato fuori dal velivolo a forza dalle forze dell’ordine perché non voleva rinunciare al suo posto. Può capitare anche in un nostro aeroporto, ecco cosa fare nell’eventualità di overbooking.

Salire sull’aereo ed essere costretti a scendere. Oppure non riuscire nemmeno ad imbarcarsi, nonostante sia stato pagato regolarmente il biglietto, con tanto di posto scelto al check-in. Maledetto overbooking. In italiano si potrebbe tradurre come “eccesso di prenotazioni”, si tratta di una tecnica utilizzata da tutte le compagnie aeree volta a dividere i costi del volo nel maggior numero di biglietti. In pratica le compagnie aeree vendono più biglietti di quelli effettivamente disponibili, in maniera tale da riuscire a compensare eventuali rinunce.

Quando si verifica un caso di overbooking, la compagnia procede nella ricerca di volontari disponibili a cedere il proprio posto in cambio di un rimborso del biglietto. (Getty)
Quando si verifica un caso di overbooking, la compagnia procede nella ricerca di volontari disponibili a cedere il proprio posto in cambio di un rimborso del biglietto. (Getty)

Quando si verifica un caso di overbooking, la compagnia procede nella ricerca di volontari disponibili a cedere il proprio posto in cambio di un rimborso del biglietto – solitamente entro una settimana – o dell’imbarco sul primo volo alternativo disponibile verso la destinazione scelta, garantendo il pernottamento e i trasferimenti dovuti al cambio. Se nessuno dovesse essere disponibile a rinunciare, la compagnia aerea nega l’imbarco. Chi resta a terra avrà diritto a un indennizzo in contanti pari a:

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  • 250 euro per tratte inferiori o pari a 1.500 km;

  • 400 euro per tratte intracomunitarie oltre 1.500 km e per tutte le tratte comprese tra 3.500 km;

  • 600 euro per tratte superiori a 3.500 km.

Chi decide di viaggiare in una categoria inferiore rispetto a quella che aveva prenotato, ha diritto ad un rimborso variabile fra il 30 e il 70 per cento del prezzo del biglietto in base alla lunghezza della tratta. I passeggeri che si vedono negare l’imbarco, possono chiedere un risarcimento danni? Non è sempre facile. La norme attualmente in vigore consentono un risarcimento a patto che siano rispettate queste condizioni:

  • Il volo deve essere organizzato da una compagnia europea, o comunque deve partire o arrivare in aeroporti del territorio europeo.

  • Il passeggero deve possedere un biglietto valido sul quale venga indicata l’effettiva prenotazione.

  • Il passeggero deve essersi presentato al gate prima dell’ora limite.

Se queste condizioni sono rispettate, è possibile decidere di rivolgersi ad un avvocato per avviare la procedura legale, sperando di ottenere un risarcimento per i danni subiti.