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Pensioni, Padoan: in legge Stabilità ipotesi flessibilità, esodati

Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Pier Carlo Padoan si sposta sulla linea 'politica' di Matteo Renzi e riapre all'ipotesi di inserire nella legge di Stabilità criteri di uscita dal lavoro più flessibili. Il ministro del Tesoro ribadisce però che qualunque intervento dovrà essere nel solco della inderogabile strada di riduzione del debito pubblico, tenendo anche presente l'aumento dell'aspettativa di vita in un Paese longevo come l'Italia. "Il governo è impegnato ad analizzare la questione della flessibilità previdenziale a partire dalla legge di Stabilità e compatibilmente con il quadro generale delle finanze pubbliche", ha detto Padoan in una audizione con il ministro del Welfare Giuliano Poletti, dopo che egli stesso nei giorni scorsi aveva escluso un intervento per alleggerire i requisiti della riforma Fornero perché troppo oneroso per le casse dello Stato. La legge del 2012 ha innalzato repentinamente l'età per la pensione di vecchiaia a oltre 66 anni di età oppure con 41/42 anni di contributi ma oggi, alla luce della crisi, la misura è ritenuta un boomerang perché costringe le aziende a tenere al lavoro personale anziano invece che promuovere l'inserimento di forze fresche. Il governo varerà la Finanziaria 2016 entro metà ottobre e il premier vorrebbe introdurre un alleggerimento dei requisiti. Tramontata l'ipotesi di penalizzazioni del 2% annuo con uscita a 62 anni perché il costo stimato sarebbe per l'Inps fino a 8,5 miliardi, resta al vaglio il prestito previdenziale o penalizzazioni del 3-4% annuo meno gravose per lo stato. Padoan e Poletti hanno anche detto che la legge di Stabilità è la sede opportuna per accertare la presenza di risorse che consentano "un nuovo e definitivo intervento" a salvaguardia degli esodati, quelle persone che, a seguito dell'innalzamento dell'età pensionabile, si sono trovati senza lavoro né pensione. La polemica sugli esodati, a dire il vero mai sopita in questi anni, si è riaccesa dopo che il Tesoro ha fatto sapere che le risorse destinate a tutelare i lavoratori, e finora non utilizzate (si tratterebbe secondo l'Inps di 3,3 miliardi fino al 2022), sono tornate in pancia al ministero e non possono essere utilizzate per una nuova salvaguardia perché andrebbero ad aumentare l'indebitamento. "Il governo si impegna ad accertare le risorse per un nuovo definitivo intervento di salvaguardia e a cercare soluzioni per il recupero" dei risparmi senza sconquassare i saldi di bilancio, ha detto Padoan davanti alle Commissioni riunite Bilancio e Lavoro di Camera e Senato. "Questi interventi saranno effettuati nella legge di Stabilità, con la speranza che questo sgomberi il campo da tutte le illazioni", ha tagliato corto Padoan ricordando che al 10 settembre ci sono state 121.500 tra certificazioni accolte e giacenze di richieste di tutela, e 83.400 le pensioni liquidate. In totale, con sei interventi, il governo ha stanziato circa 11,7 miliardi per salvaguardare circa 170.000 persone. E problemi di copertura ci sarebbero anche per estendere la cosiddetta opzione donna, ovvero la possibilità per le lavoratrici di andare in pensione in anticipo a 57 anni di età e 35 di contributi, ma con l'assegno calcolato con il sistema contributivo, dunque con una penalizzazione di circa il 30%. Su questo punto Poletti ha detto che in occasione della Finanziaria sarà "esaminata anche l'opzione donna". Padoan ha però precisato che per la proroga servirebbe una modifica alla normativa vigente, con relativi maggiori oneri da coprire. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia