I piaceri della carne sono in calo: oltre 16 milioni di italiani ne hanno ridotto il consumo
Diminuisce l’appeal della carne. Almeno quello alimentare: nel 2016 sono 16,6 milioni gli italiani che hanno diminuito il consumo di proteine animali, secondo i dati del Censis. Non sempre però le motivazioni sono così nobili come l’etica o la salute. La maggior parte delle volte c’entra la questione economica. Ecco perché il 45,8 per cento di coloro che hanno deciso di rinunciare alla carne fanno parte di famiglie a basso reddito, contro il 32 per cento di quelle benestanti.
Più attenzione alla qualità
Aumentano le figure dei “meatless lovers”, ossia quelle persone che mangiano pochissima carne. Queste persone preferiscono pasti più veloci ma sani e si dividono tra il 62 per cento di donne e il 38 per cento di uomini. Si preferiscono cibi già pronti (una volta su tre), stando a leggere i dati dello studio promosso da “Found!” per “Garden Gourmet”, condotto su un campione di 1.800 italiani, tra i 18 e i 65 anni.
La abitudini alimentari cambiano
Da quesi un decennio c’è maggiore consapevolezza per quello che finisce nel piatto. “Oggi le persone si informano sulle proprietà nutrizionali di ciò che portano a tavola e vedono sempre di più il cibo come fonte di benessere”, sostiene Lucio Meglio, docente di Sociologia all’Università degli Studi di Cassino.
Il pasto diventa “flessibile”
Un po’ come il lavoro, anche il pasto diventa più flessibile. Non si mangia più ad orari prestabiliti e si cerca sempre di più di massimizzare il tempo a disposizione. Chi ha deciso di ridurre drasticamente il consumo di carne predilige pietanze come piselli, fagioli e lenticchie (43 per cento), seguono i prodotti già pronti come burger di soia, falafel e polpette di melanzane (36 per cento), infine verdure e ortaggi (20 per cento).
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