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Piazza Affari: energetici sotto osservazione. Si calma l'euro

L'economia europea è forte, anche più di quanto ci si aspettasse, ma ciò non significa che i tempi siano maturi per dare l'addio al Quantitative Easing.

La situazione a Piazza Affari

La tesi di Mari Draghi, governatore della Bce (Toronto: BCE-PRA.TO - notizie) , secondo cui il QE non sarà abbandonato tanto presto, ha permesso ai mercati di proseguire con un trend che, già dall'apertura, era apparso improntato ad un ottimismo preciso, seppur cauto. Poco dopo le 13.30, infatti, Piazza Affari aleggiava sopra la parità a 0,07% (22.708 punti), il Ftse 100 a 0,28% il Cac 40 a 0,25% e il Dax a 0,4%, un andamento che conferma una sorta di cammino univoco per tutte le borse europee.

Protagonisti sul listino italiano gli energetici, che registrano un andamento a due facce: da un lato sono ben intonati i protagonisti di primo piano come Eni (Londra: 0N9S.L - notizie) ed Enel (Swiss: ENEL.SW - notizie) (in particolare l'amministratore delegato di quest'ultima, Franceso Starace, ha negato la possibile creazione di una rete comune con Open Fiber e Telecom), dall'altro, invece, vedono un passivo nomi come Snam (Amsterdam: QE6.AS - notizie) , Tenaris (Amsterdam: TS6.AS - notizie) e Terna (Amsterdam: TX6.AS - notizie) . Il focus, per questa triade, si concentra sulla prima. Snam ha infatti presentato i suoi conti che confermano un 2017 con ricavi a 2,441 miliardi, pari a +1,1% sul 2016 ma inferiore alle attese che invece si aspettavano 2,561 miliardi, un utile netto adjusted di 940 milioni di euro (+11,2% sul precedente anno) ben oltre le attese ferme a 931 milioni e un generale aumento di investimenti e volmi di gas immesso nella rete. A questo si aggiunga anche un aumento del dividendo che dal precedente 0,21 euro per azione passa a 0,2155 euro (si consideri che 0,0862 euro sono già stati distribuiti come acconto di gennaio).

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Chi invece può sfruttare uno sprint in più è Atlantia (Londra: 0I2R.L - notizie) , reduce dall'accordo vincolante con Acs (Amsterdam: SR6.AS - notizie) e Hochtief (IOB: 0EPW.IL - notizie) su Abertis (Amsterdam: IF6.AS - notizie) , per un investimento congiunto. A maggio le prime mosse sullo scacchiere fatte proprio da Atlantia che aveva lanciato un'Opa su Abertis per oltre 16 miliardi di euro alla quale avevano risposto gli spagnoli di Acs con un'altra offerta attraverso la controllata tedesca Hochtief accettata dalla Consob spagnola non più tardi di due giorni fa.

Le parole di Draghi

L'outlook sul Vecchio Continente, secondo quanto confermato da Draghi, vede due minacce: la prima è quella dettata dal protezionismo e l'altra dal cambio euro-dollaro. In particolare Draghi ricorda che la moneta unica ha visto un preoccupante apprezzamento già dall'inizio del 2017, apprezzamento che è continuato fino al 2018 anche a causa di fattori che definisce “esogeni”. Da qui un impatto particolare sull'inflazione dal momento che i movimenti sull'euro non derivano da un parallelo rafforzamento dell'economia, per quanto quest'ultima sia in crescita. La prima conseguenza alle sue osservazioni si è avuto proprio sul cambio con l'euro che ha visto quota a 1,2373, un leggero indebolimento dopo la salita di ieri, conseguenza diretta della decisione del presidente Usa Donald Trump di licenziare il Segretario di Stato Tillerson. Una scelta che sarebbe il primo passo verso una politica maggiormente protezionista, i cui primi segni sarebbero identificabili già in quei 60 miliardi di dollari che Trump sarebbe pronto a chiedere sulle importazioni cinesi, in particolare sui settori della tecnologia dell’informazione, dell'elettronica di consumo e delle telecomunicazioni. L'accusa mossa dall'amministrazione repubblicana vede la Cina al centro di una sorta di “ricatto”: le aziende Usa sarebbero invitate a rinunciare a segreti industriali (anche attraverso investimenti diretti e partecipazioni), in cambio dell'autorizzazione ad operare su territorio cinese.

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