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Stufa di viaggiare da sola? Unisciti alle PinkTrotters!

Eliana Salvi, imprenditrice di 31 anni, vuole insegnare alle donne italiane che viaggiare in compagnia è possibile: basta una community, che piace anche a Shark Tank

PinkTrotters
PinkTrotters


Eliana Salvi PinkTrotters
Eliana Salvi PinkTrotters

A Eliana Salvi non piace parlare di "viaggi per donne sole": preferisce la più gioiosa parola "community", che rimanda ad aggregazione, a voglia di stare insieme e di viaggiare. Questa l'idea alla base di PinkTrotters, startup con base a Londra, nata dalla vulcanica mente di questa 31enne che ha visto nella difficoltà nel trovare compagnia per un viaggio o anche per una cena, la possibilità di fare business. PinkTrotters ha affascinato l'incubatore H-Farm, oltre Fabio Cannavale e Pietro Vigorelli di Shark Tank, il reality dove la Salvi è andata a caccia di fondi.

L'idea alla base di Pinktrotters è aiutare le donne a viaggiare: magari donne benestanti, realizzate, che non possono appoggiarsi al compagno di turno o le cui amiche di sempre sono sposate e zavorrate da figli e famiglie che non possono lasciare. Abbiamo chiesto a Eliana Salvi di raccontarci come funziona la sua community.

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Come funziona Pinktrotters, come riesce a far viaggiare le donne?
Si tratta di una community che mette in contatto le donne attraverso varie attività ed eventi legati al mondo femminile (sport, benessere, cibo, moda, arte). Si va sul sito ci si iscrive, si seleziona la città in cui ci si trova, si chiede al sistema "pinktrot me!" e si viene messe in contatto con le ambassador, che propongono eventi, weekend organizzati nelle città selezionate. Poi ci sono anche i blog post in cui si possono cogliere spunti per i luoghi da visitare in loco. Il sito è ancora in fase di sviluppo, pertanto non ci sono ancora tutte le città. Il nostro obiettivo è coinvolgere sempre più ambassador che possano coinvolgere le persone offline, suggerendo il sito alle proprie amiche, utilizzando la piattaforma online come uno strumento.

Quali sono i principali rischi per una donna che sceglie di viaggiare da sola?
I rischi ci sono, ma non si aderisce a PinkTrotters per questo: a volte ci si annoia da sole e si vuole trovare nuove amiche, con interessi simili, anche solo per una cena. Proprio gli interessi o i gruppi di età saranno la chiave per mettere in contatto le persone tra loro, in modo da trovare compagnie affini.

PinkTrotters
PinkTrotters

Qual è il modello di business che rende vincente il tuo progetto?
Pinktrotter ha due principali fonti di revenue: da una parte ci sono le fee di brand come Lactacyd e Ford che pagano per ottenere attività di sponsorship online o offline. Oppure ci sono location che vogliono promuoversi attraverso i nostri eventi. Poi ci sono le percentuali versate a noi dalle utenti: per partecipare un evento, si paga dal nostro sito. Da questa somma viene trattenuta una piccola percentuale.

Quanto costa alle turiste un viaggio, un evento, un weekend con PinkTrotters?
Andiamo dai 20 euro ai 2.000 euro: dipende da quello che si sceglie. Un weekend medio di una pinktrotter costa circa 1.000 euro tutto compreso con tanto di eventi esclusivi e cene. Leghiamo sempre il viaggio offerto a qualche evento in corso nella città scelta. Per quest'estate abbiamo anche lanciato un concorso in cui si chiede a 10 gruppi di viaggiatrici particolarmente attive sui social di documentare il proprio viaggio. Alla fine si selezionerà il gruppo più attivo che riceverà i prodotti dei brand a noi legati e un viaggio da fare in inverno. (Per i dettagli del concorso, consulta il sito, ndr.)

PinkTrotters in Piazza di Siena
PinkTrotters in Piazza di Siena

Chi era Eliana Salvi prima di PinkTrotters? E chi è ora?
Una persona molto diversa! Per esempio ora rido meno, l'ho notato guardando le foto. Però sento di aver acquisito una maturità e una professionalità diversa. Prima (da manager finanziaria di una multinazionale di sigarette, ndr.) non mi rendevo conto della fatica che si fa quando si gestisce un business e di quanto sia difficile fare l'imprenditore. È vero anche che ci sono tantissime soddisfazioni che ti permettono di andare avanti e affrontare le tante difficoltà. In ufficio ci stavo stretta, ero una ribelle con i miei capi, dubito che tornerò in questo tipo di realtà. Non mi ero mai vista come imprenditrice, perché non c'è un esame che ti permette di saperlo, se sei adatta! L'esperienza che ho acquisito so già che mi permetterà di affrontare i problemi in modo diverso, qualsiasi cosa farò in futuro. Ora sono sempre in giro per il mondo. Non esiste più lo shopping, la manicure me la faccio da sola. Sono scelte di vita che fai adesso o non fai più, anche se è una strada molto dura.

Hai iniziato da sola, autofinanziandoti: hai cercato anche altre risorse? E dove le hai trovate?
Ho investito i miei risparmi che mi hanno aiutato ad andare avanti per un anno e mezzo, anche se ho fatto un po' di errori all'inizio. Non mi ero mai avvicinata al mondo degli investor. Non avevo un model business chiaro o un team, anche perché non avevo trovato nessuno che volesse sposare completamente il mio progetto. Solo quando sono andata da H-Farm ho ottenuto qualche piccolo capitale e ho messo su un team strutturato. Fin da subito PinkTrotters ha iniziato a produrre reddito, ma una cosa così funziona se c'è qualcuno dietro che ti spinge, perché una startup digitale ha bisogno di una spinta iniziale forte, consci che il ritorno economico arriverà a lungo termine. Ma o ci si crede o non ci si crede.

Qual è stata l'emozione più forte mentre presentavi il tuo progetto a Shark Tank Italia?
Ero molto emozionata di trovarmi di fronte a delle persone competenti, che potevano darmi un giudizio sincero sulla mia attività. Più che ai soldi, ero interessata proprio a questo, alla loro opinione. Ho chiesto loro 150.000 euro per il 10% delle quote di Pinktrotter. Loro me ne hanno proposti 150.000 in cambio del 30%. Ho rifiutato. Poi Fabio Cannavale e Pietro Vigorelli mi hanno anche ricontattato dopo la trasmissione... Loro hanno anche costituito un fondo per lavorare con le startup più interessanti viste nel programma, ma per ora non posso dire di più.

Pinktrotters non è solo un buon business, ma sembra anche una piccola rivoluzione nel modo di viaggiare delle donne italiane: senti di aver cambiato qualcosa per loro?
Io lo spero, anche se secondo me non è una condizione che nasce dalle donne, ma dal modo in cui gli uomini ci vedono. Si aspettano che la donna rimanga in casa ad accudire la famiglia. Invece in Europa è molto diverso: gli uomini fanno le stesse cose che facciamo noi, si prendono la paternità e fanno i mammi. Noi siamo più indietro in questo, ma spero che potremo allinearci presto. Io non sono una femminista e Pinktrotter non è nato per questo. Il concetto su cui si basa la community è divertirsi insieme, prendendoci il nostro tempo libero e conquistando quella complicità che, con un uomo di mezzo, non c'è. Magari tra le donne c'è un po' di invidia, ma se la si mette da parte, ci si può aiutare e divertirsi.

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