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Ponte Genova, Spea Engineering ribadisce corretteza controlli, se irregolarità azienda parte lesa

MILANO (Reuters) - Spea Engineering, società del gruppo Atlantia, ribadisce in una nota di essere serena sul "corretto operato dei propri dipendenti rispetto alle attività di ispezione e sorveglianza sul viadotto Morandi" ma aggiunge che se i magistrati accertessero "comportamenti non regolari" la società sarebbe parte lesa.

Nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Genova sul crollo del ponte autostradale che il 14 agosto scorso ha provocato la morte di 43 persone, una fonte giudiziaria ha riferito oggi a Reuters, confermando quanto scritto da due quotidiani, che cinque ingegneri di Spea, già fra i 74 indagati nel fascicolo che ipotizza a vario titolo i reati di omicidio colposo plurimo, attentato alla sicurezza dei trasporti e favoreggiamento, sono stati iscritti sul registro degli indagati anche per l'ipotesi di reato di falso.

La procura, ha riferito la fonte, sostiene che i cinque tecnici avrebbero elaborato dei report "non genuini" sulle condizioni del ponte in periodi recenti, prima del crollo.

La società nella nota ribadisce anche che "la sicurezza di tutti gli utenti sia stata e sia garantita da controlli effettuati da professionisti qualificati sull'intera rete autostradale da oltre trent'anni, nel rispetto delle norme applicabili e delle obbligazioni assunte con la committente Autostrade per l'Italia SpA".

Spea, dopo aver ripetuto "la massima disponibilità a collaborare con l'autorità giudiziaria", ribadisce che non risulta allo stato alcun comportamento irregolare dei propri dipendenti, ma qualora fosse accertato, si definisce "parte lesa" e annuncia che non esiterebbe "ad assumere tutti i provvedimenti e le azioni a tutela dell'interesse primario alla sicurezza della circolazione, di tutte le persone che quotidianamente svolgono il proprio lavoro con dedizione e professionalità, dei propri clienti e della propria reputazione".