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Popolari contro decreto su trasformazione in spa, non lasceranno nulla di intentato

MILANO (Reuters) - Le banche popolari fanno fronte comune contro il decreto legge che chiede a dieci banche popolari la trasformazione in Spa entro 18 mesi e annunciano delle iniziative congiunte per non lasciare nulla di intentato perché il provvedimento del governo venga meno. E' la posizione espressa in un comunicato dell'Associazone nazionale fra le banche popolari emesso al termine della riunione odierna. L'Associazione ritiene "il decreto del governo gravido di conseguenze negative sul risparmio nazionale e sul credito famiglie piccole medie imprese, per un paese, come il nostro, privo d'investitori di lungo periodo in aziende bancarie e, non ultima, ingiustificato e ingiustificabile". Difendendo la cooperativa, sia come banca popolare che come Bcc, quale unico modello sostenibile di banca territoriale, l'Associazione sottolinea che "non deve esserci una politica economica finalizzata esclusivamente a trasferire la proprietà di una parte rilevante del sistema bancario italiano alle grandi banche internazionali". Per queste ragioni l'Associazione e gli istituti popolari "non lasceranno nulla di intentato perché il Dl venga meno e l'ordinamento giuridico continui a consentire a tutte le banche popolari di mantenere la propria identità". In caso di successo l'impegno delle banche è quello di proseguire e rafforzare il processo di ammodernamento dell'ordinamento cooperativo e anche il processo di concentrazione "che hanno dimostrato di saper praticare in passato in misura, più elevata rispetto al resto del sistema". Al contrario, prosegue la nota, "nulla sarà lasciato di intentato per proseguire comunque la propria missione di banca territoriale, finalizzata alla raccolta del risparmio, da destinare principalmente al credito verso le famiglie e le imprese, specie medio piccole, del medesimo territorio". Posizioni critiche sono state espresse dai vertici delle banche coinvolte presenti all'incontro sia per la portata del provvedimento del governo che per le modalità. Interpellato al termine del vertice di Assopopolari il presidente del consiglio di sorveglianza di Pop Milano, Piero Giarda ha sottolineato che si tratta di una "riforma strutturale di una parte rilevante del sistema bancario che le banche popolari naturalmente non condividono". "Si sapeva che le popolari dovevano fare qualcosa, ma nessuno si aspettava un provvedimento di questa misura e con queste caratteristiche", ha aggiunto Giarda spiegando che il decreto legge "del tutto inatteso", è stato accolto con "grande stupore". Il provvedimento inoltre spiazza i programmi della stessa Bpm, impegnata in un processo di riforma della propria governance, sempre mantenendo il principio del voto capitario, che il management intendeva portare al voto dei soci nella prossima assemblea di primavera. "Stiamo ragionando adesso su cosa fare", dice Giarda. Quanto all'utilizzo, da parte del governo, di un decreto legge per la riformare il sistema di governance delle banche popolari, superando la regola 'una testa un voto', il presidente del consiglio di sorveglianza di Ubi Banca, Andrea Moltrasio dice: "In questo Paese tutto è urgente e nulla lo è". Il Parlamento ha 60 giorni per strasformare in legge il provvedimento e le banche dovranno trasformarsi in Spa entro 18 mesi dall'emanazione del regolamento della Banca d'Italia. (Andrea Mandalà) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia