Popolari volano in borsa, ipotesi su potenziali merger post decreto
di Stefano Bernabei e Gianluca Semeraro MILANO (Reuters) - Varato ieri il decreto che prescrive a dieci banche popolari la trasformazione in spa entro 18 mesi, oggi in Borsa è proseguita la corsa di questi istituti con gli analisti che ragionano su scenari di consolidamento del settore. Alle 16,30 spicca ancora il balzo a doppia cifra di Banca Etruria, che sale del 18% ma sono forti anche le altre popolari coinvolte con rialzi oltre 8% per Popolare Sondrio e Creval e molto forti anche Popolare Emilia +3,45%, Banco Popolare +6,7%. Sono più contenuti i rialzi di UBI Banca (+2,14%) e Popolare Milano (+1,55%), viste probabilmente più come potenziali aggreganti. Tutti concordano infatti che la riforma acceleri il consolidamento e renda più appetibili questi istituti per gli investitori internazionali con l'abolizione del principio una testa un voto. Qualcuno ipotizza che serva a risolvere qualche grana concreta mentre dai sindacati si ribadisce la contrarietà. "Ora sono aperte ai mercati internazionali e agli investitori internazionali. E' un mutamento radicale del sistema tradizionale", ha spiegato il presidente del Consiglio Matteo Renzi stamane dal World Economic Forum di Davos in un'intervista a Cnbc. La riforma è stata definita "storica" dal governo, ma in molti si chiedono il perché della decretazione d'urgenza. "La riforma serve certamente anche a risolvere qualche caso specifico. Per chi avrà bisogno di fare un aumento di capitale, per comprare qualcun’altro o per rafforzarsi, sarà più facile", dice una fonte bancaria. L'urgenza della riforma è poi certamente dettata, per una seconda fonte bancaria, anche per "dare un segnale a Francoforte e a Bruxelles in un momento in cui c'è la vigilanza unica e partono gli approfondimenti sui vari processi", dice riferendosi alle valutazioni che la vigilanza sta facendo su governance e modelli di business. E le grandi popolari quotate "sono percepite come sistemiche", aggiunge. In base al decreto dieci popolari con attivi superiori agli 8 miliardi dovranno trasformarsi entro 18 mesi in società per azioni. Il testo del decreto non è pubblico, ma nella bozza che Reuters ha potuto visionare si modifica l'articolo 31 del Testo Unico Bancario per facilitare trasformazioni e fusioni, limitando il diritto di recesso. Domani i vertici delle banche coinvolte si incontreranno a Milano per discutere della questione, dicono alcune fonti vicine alle situazione. Finora erano stati vani tutti i tentativi di varare una riforma della governance delle popolari e ancora qualche analista prevede un iter parlamentare "tortuoso" proprio in un momento in cui il governo non può permettersi fibrillazioni, alla vigilia del voto sul legge elettorale e per il Capo dello Stato. I sindacati sono già sul piede di guerra. Susanna Camusso, segretario della Cgil dice di non capire l'urgenza e nega che Bankitalia abbia mai chiesto espressamente la trasformazione in Spa delle popolari. GIRANDOLA DI IPOTESI SU M&A Intanto il mercato è inondato da scenari di aggregazione. Equita non esclude la creazione di due superpopolari che facciano capo a UBI Banca e Popolare Milano, con quest'ultima che si unirebbe a Popolare Emilia, Credito Valtellinese o in alternativa Banco Popolare. "Difficile pensare a poison pill in grado di ridurre la contendibilità. Una parziale contromossa potrebbe essere il voto multiplo o la ricerca dei soci strategici. Cresce l'incentivo a costruire noccioli duri di azionisti", si legge nel report. Altre ipotesi guardano a matrimoni tra popolari e banche uscite con le ossa rotte dagli Aqr. Il pensiero corre a Mps e Banca Carige. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano.Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia