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Portafoglio finanziario tra inflazione e espansione economica. Cosa fare?

Le criticità sono ancora quelle di inizio anno, o quasi. Se da un lato le paure su nuove restrizioni causate dall’emergenza sanitaria in atto si affievoliscono giorno dopo giorno, l’inflazione resta in campo e crea volatilità al portafoglio finanziario.

Volatilità alimentata anche dai timori di azioni delle banche centrali troppo anticipate che potrebbero creare una situazione di taper tantrum. Da poche ore sono disponibili le minute del FOMC di settembre del US Fed, che indicano come tra metà novembre e metà dicembre la banca centrale statunitense inizierà una riduzione negli acquisti di titoli. La rassicurazione che giunge ai mercati riguarda i timori di un successivo innalzamento dei tassi di interesse. La Fed rassicura che non ci sono automatismi.

Un po’ troppo sullo sfondo, si staglia la ripresa economica. Il Fondo monetario internazionale ha rialzato le stime di crescita anche per l’Italia e proprio l’FMI indica la metà del 2022 il periodo in cui l’inflazione intraprenderà un cammino di raffreddamento.

Portafoglio finanziario, inflazione e crescita

In questa situazione come modificare il portafoglio finanziario per continuare a beneficiare della crescita e non essere trascinati in territorio negativo dai titoli azionari e anche dagli obbligazionari a fasi alterne?

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Ebbene, Natixis Investment Managers Solutions, contattata dal Financialounge, stima che verso la fine del 2022 il rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali ci sarà.

Probabilmente, quindi, l’inflazione non è solo una questione di una domanda repressa dei cittadini del mondo che si sta riversando sempre più sul mercato alimentando gli acquisti, e creando colli di bottiglia nell’offerta, e quindi crescita dei prezzi. Forse c’è di più e per questo le banche centrali alla fine sui tassi interverranno.

Natixis fa notare che la Banca centrale di Norvegia è già intervenuta aumentando il tasso principale (prima in Europa a farlo).

Timori fondati oppure no?

Secondo gli esperti di Natixis il rialzo dei tassi di interesse non dovrebbe spaventare troppo il nostro portafoglio finanziario, perché i rialzi saranno graduali e comunque i mercati li anticiperanno.

Resta da sottolineare anche, però, che i rendimenti a livello globale sono balzati ai livelli di giugno.

L’incognita della ripresa

La ripresa viene considerata ancora sostenuta, anche se in rallentamento. Per un po’ si manterrà a livelli alti, per poi iniziare una fase calante (che dovrebbe coincidere anche con un “riposo” da parte dell’inflazione galoppante?).

Ma ripresa in rallentamento non è sinonimo di economie che si fermano. Ripresa rispetto allo stop alle attività produttive nel 2020 e nella prima parte del 2021.

La crescita delle economie sarà garantita ancora a lungo da un passaggio epocale che sta mettendo in campo centinaia di miliardi di investimenti da qui ai prossimi 7 anni almeno: nell’Unione Europea, nel Regno Unito, negli Stati Uniti e anche in Cina.

Attenzione, quindi a lasciarsi spaventare troppo. Bene restare allerta anche per altre criticità come la crisi dell’immobiliare in Cina, ma in generale non stiamo imboccando un tunnel nero che ci porterà verso una nuova crisi. Stiamo piuttosto accelerando verso un rimodellamento dell’economia.

This article was originally posted on FX Empire

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