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Poste: risparmio tradito!

Io ogni tanto scherzo, ma non troppo, dicendo che vi ammiro, perchè non so come fate a stare calmi in mezzo alla più colossale truffa sistematica della storia della finanza, anche se tutto incominciò con un tulipano, ma questa è un’altra storia che chi ha letto il nostro libro conosce alla perfezione.

Di (KSE: 003160.KS - notizie) questi tempi si trova sempre qualche buonanima intrisa di conflitti di interesse che si prodiga a ricordarvi che la colpa è solo vostra, se non conoscete quello che firmate non dovete farlo, vostra e della mancanza di cultura finanziaria che spesso e volentieri è somministrata dalle stesse volpi fornite da banche o fondi di investimento che girano indisturbate nei vari pollai.

Poi se il contadino in questo caso Consob e Banca d’Italia non si cura di tenere d’occhio il pollaio, le volpi fanno festa quotidianamente. Di solito le volpi fanno fatica a concentrarsi sul loro “core business” una raccomandata ci impiega due settimane per arrivare a destinazione, i nostri libri talvolta mesi interi.

Calano i volumi, perchè hanno dimostrato di non saperli gestire e le care Porte che fanno, aumentano le tariffe a chi ha ancora un minimo di fiducia in loro.

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Poste, dal 10 gennaio 2017 aumenta il costo delle raccomandate

Qualche giorno fa ci ha scritto una nostra cara lettrice…

Ciao Buonasera Andrea,

sono una persona che ha subito il Pacco IRS, avevo investito 5000 euro lasciatemi in eredità dai risparmi di mia madre.

Quando alla scadenza le Poste non mi hanno permesso di riscuotere la rimanenza, mi sono rivolta a Mi Manda RAI Tre, ho fatto ricorsi tramite loro (Le Poste) mi sono rivolta ad un avvocato, il quale non ha avuto alcuna risposta. Ieri ho ho appreso tramite internet che sarà pagata la cifra di 300 euro e rotti per quota ed io ne avevo due.

Generalmente non sono una persona che molla, ma mi creda nulla mi ha mai fatto sentire più impotente di questo.

Non bisogna mai mollare, un diritto va perseguito a qualunque costo, quello su cui conta chi gestisce spesso e volentieri in maniera fraudolenta la finanza è l’omertà, la vergogna e la rassegnazione di chi resta vittima di truffe o inganni, ma anche solo di semplici campagne di commerciali. Le pressioni commerciali, sai, i prezzi della case non possono che salire e via dicendo, non sono altro che il carburante con il quale si alimentano le bolle, non importa che si tratti di un tulipano o di un diamante. La fiducia nelle questioni finanziari deve essere sostituita dalla consapevolezza.

Non penso che questi Signori possano restare impuniti, possano fare ciò che vogliono dei risparmi della povera gente, se solo li avessi difronte li farei sentire dei vermi quali sono.

Li metterei a cibarsi solo della carta sporca.

Se è nelle sue possibilità faccia qualcosa io, sarò con lei per la rivoluzione di questo mondo di approfittatori.

Grazie. Cordialmente.

E qui è l’eterno dilemma che mi pongo da sempre. Ma è mai possibile che solo nella finanza, soprattutto nella finanza chi sbaglia non paga mai, soprattutto a livello manageriale e alla fine se la cava solo perdendo il lavoro ma accumulando ricchezze tali che permettono di vivere da nababbi per il resto della loro vita. Le pressioni commerciali arrivano dall’alto, non certo dallo Spirito Santo o dalla buona volontà di chi rifila bidoni per amore per il prossimo.

Ovviamente non è giusto generalzizare, ma le vicende di questi anni devono fare riflette e agire. La vigilanza in Italia è quasi inesistente se si sono creeate le condizioni per arrivare ad osservare l’esistenza di vere e proprie associazioni a delinquere.

Puntualmente, quando ormai non resta più nulla da fare, la stampa italiana mainstream si interessa della vicenda…

Poste, il risparmio tradito da quattro fondi immobiliari

MILANO. C’è un caso di risparmio tradito che ha fatto meno scalpore del Monte dei Paschi o dell’Etruria, ma che sta per deflagrare con numeri da capogiro. Riguarda migliaia di risparmiatori che hanno pensato bene di lasciarsi incantare dalla tradizionale sicurezza che garantivano i prodotti di risparmio postali, associati con un altro investimento “sicuro” come il mattone.

Era Sarmi. Sì perché le Poste, insieme ad altri collocatori, dal 2002 al 2005, sotto la guida di Massimo Sarmi, hanno venduto nei loro 13mila uffici le quote di quattro fondi immobiliari, che avevano in comune due cose: il prezzo, di 2.500 euro l’una (un taglio non elevato e per questo accessibile a molti portafogli) e l’alta rischiosità dell’investimento. Il tutto era spiegato bene nei prospetti informativi dei fondi Invest Real Security, Obelisco, Europa Immobiliare 1 e Alpha, ma non sembra che sia stato spiegato altrettanto bene a chi si recava in Posta in cerca di consigli per i suoi risparmi. Che le cose non andassero nel verso giusto lo avevano capito tutti leggendo i rendiconti annuali dei fondi che hanno quasi sempre chiuso con perdite. Anno dopo anno, gli 850 milioni di euro raccolti inizialmente e divisi in oltre 340mila quote si sono quasi evaporati. (…)

Ovviamente come sempre accade…

Nonostante le perdite dei sottoscrittori le Sgr hanno continuato a incassare ogni anno commissioni che variano tra lo 0,8 e l’1,8% del valore del fondo. E come loro hanno guadagnato le banche depositarie, gli esperti che hanno redatto le perizie degli immobili, pur cambiandone più volte il valore e determinando l’oscillazione del prezzo delle quote. Al 30 giugno 2016, la valutazione dei periti del fondo Obelisco era di 1.118 euro, mentre quella di Europa Immobiliare 1 era di 1.314 euro, meno della metà del valore iniziale. Le cose sembrano andar meglio per il fondo Alpha valutato 3.304 euro, ma si tratta di una salute apparente, perché dopo un avvio brillante è dal 2012 che non distribuisce più proventi e per riuscire a vendere gli immobili ha chiesto una proroga di 15 anni con buona pace dei pensionati che nel 2002 hanno investito nel fondo. Salute permettendo, dovranno aspettare fino al 2030.

Chi doveva vigilare tanto per cambiare dormiva…

Regolamento Consob. Sui fondi avrebbero dovuto vigilare Banca d’Italia e Consob. Poste, dal canto suo, sostiene di non essere l’unico collocatore e sta cercando, non ancora ufficialmente, un accordo con i consumatori. Eppure, stando al regolamento Consob attuativo del Testo unico della finanza (art. 28), quei prodotti non sarebbero dovuti finire nei portafogli dei piccoli risparmiatori perché ad alto rischio: la durata temporale è medio-lunga e sono difficili da vendere. Le Sgr li hanno pure collocati in Borsa per renderli più liquidi, ma le quotazioni sempre a sconto non hanno permesso di venderli.

Ora si cerca di rimediare, si ma con quali soldi, attingendo ai risparmi degli altri italiani o a quelli dei contribuenti attraverso la Cassa Depositi e Prestiti?

Fondi immobiliari, entro gennaio avvio dei rimborsi da parte di Poste

L’obiettivo è individuare una soluzione nelle prossime due settimane. Il giorno potrebbe essere venerdì 20 gennaio, entro quella data i circa 14 mila risparmiatori che nel 2003 hanno investito complessivamente 141 milioni di euro, sottoscrivendo 56.400 quote (con un taglio di 2.500 euro l’una) del fondo immobiliare Invest Real Security (Irs), avranno una misura del rimborso a ristoro delle perdite accumulate con la chiusura del fondo.

La procedura di rimborso

Le certezze da cui partire sono poche. A cominciare dal fatto che con la scadenza di Irs, avvenuta lo scorso 31 dicembre, è emerso che il valore del capitale rimborsato è pari a 390 euro. L’andamento del fondo è stato, del resto, legato al mercato immobiliare, che dal 2010 in poi ha registrato un’irreversibile flessione. Il secondo dato certo è nei tredici anni di vita il fondo ha avuto un rendimento complessivo negativo pari a -7,8%, tendendo conto, tra l’altro, che ha distribuito dividenti e anticipi di rimborso pari a 658 euro per quota. In soldoni chi ha investito 2.500 euro ne ha ripresi 1.048, ne ha perduti, quindi, 1.452 (cioè a dire il 58%). A questo deve aggiungersi il mancato rendimento per tutto il periodo. Sono questi i numeri da cui Poste Italiane deve muovere per stabilire in che misura onorare l’impegno di «avviare iniziative in favore dei clienti che hanno sottoscritto il fondo immobiliare Irs di Banca Finnat». Vale ricordare che nel 2003 a curare il collocamento è stata proprio la rete dei 14 mila uffici del gruppo postale. Tanto che, in vista della scadenza del fondo e dell’entità delle perdite accumulate dai sottoscrittori, nelle settimane scorse la società guidata da Francesco Caio ha messo in moto una procedura condivisa con Consob, Bankitalia e Ivass per individuare una soluzione.

Elemosina, sempre e solo elemosina! Per quanto tempo ancora la mancanza di responsabilità ed etica nella finanza sarà tollerabile?

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online