Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.239,66
    +153,86 (+0,40%)
     
  • Nasdaq

    15.927,90
    +316,14 (+2,03%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,66
    +0,09 (+0,11%)
     
  • Bitcoin EUR

    58.938,20
    -1.194,70 (-1,99%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.304,48
    -92,06 (-6,59%)
     
  • Oro

    2.349,60
    +7,10 (+0,30%)
     
  • EUR/USD

    1,0699
    -0,0034 (-0,32%)
     
  • S&P 500

    5.099,96
    +51,54 (+1,02%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8558
    -0,0015 (-0,18%)
     
  • EUR/CHF

    0,9770
    -0,0015 (-0,15%)
     
  • EUR/CAD

    1,4617
    -0,0032 (-0,22%)
     

Powell rispetta le previsioni e parte al rialzo

I mercati, ieri, sono rimasti con il fiato sospeso in attesa della prima conferenza stampa del nuovo governatore della Fed, nonostante le proiezioni dessero per scontato un rialzo dei tassi, rialzo che, alla fine, c'è effettivamente stato.

Rispettate le previsioni

Come da copione, infatti, il costo del denaro è stato ritoccato verso un aumento che lo porta tra l'1,50% e l'1,75%, un segnale che i mercati, per quanto se lo aspettassero, hanno voluto interpretare come il primo approccio da falco della nuova era Powell. Anche per questo motivo i listini di Wall Street hanno registrato una leggera pressione che ha portato il saldo finale in negativo. Guardando ai singoli indici, infatti, il Nasdaq Composite ha perso lo 0,26% (7.345,29 punti ), l'S&P500 è arrivato a -0,18% (2.711,93 punti) mentre il Dow Jones ha segnato un passivo di 0,18% (24.682,31 punti).

Gli altri numeri

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Una conferma delle possibili tensioni potrebbe arrivare da un dato particolarmente interessante: sebbene siano stati confermati altri due rialzi per il resto dell'anno, il che porterebbe a 3 il totale, molti membri del FOMC stanno iniziando a spostare le proprie intenzioni verso un possibile, quarto ritocco qualora le condizioni economiche della nazione statunitense lo consentissero. Altri numeri che scaturiscono dall'incontro con la stampa riguardano la revisione, sempre al rialzo, anche delle stime sugli aumenti dei tassi d'interesse per il 2019, passando da 2 a 3. Per quanto riguarda l'altro ago della bilancia, l'inflazione, il target del 2% sarà sperato, sempre stando a stime Fed, già da 2019 per continuare ad esserlo anche nel che nel 2020, con una media del 2,1%. Buone notizie anche per il Pil Usa: nel 2019 si passerebbe dal 2,5% al 2,7% mentre sul 2020 si va dal 2,1% al 2,4%.

Le attese per la BoE (Shenzhen: 000725.SZ - notizie)

Intanto le attese si spostano per la prossima riunione di un'altra banca centrale, quella inglese, che si riunirà giovedì sempre in ottica di politiche monetarie che, nel caso della BoE, però, potrebbero non portare a nessun aumento dei tassi o eventuali modifiche alle dimensioni del suo programma di acquisto asset. Più interessante, invece, potrebbe essere la dichiarazione su eventuali nuovi provvedimenti previsti per le prossime settimane. A febbraio, il governatore del BOE Mark Carney ha sorpreso i mercati con l'intenzione di rafforzare prima del previsto e con una forza maggiore rispetto a quanto inizialmente indicato, la normalizzazione delle politiche di stimolo. Dichiarazioni che hanno rimesso in gioco le previsioni su maggio, mese in cui, secondo gli analisti, le probabilità di un rialzo del costo del denaro sono ora al 70% . Nonostante le cifre del PIL del quarto trimestre siano riviste al ribasso, le stime ufficiali parlano di un'economia che per l'intero 2017 è cresciuta all'1,7%, più di quanto previsto dalla stessa BoE e comunque abbastanza per permettere alla banca di poter sfruttare un pretesto per ulteriori aumenti dei tassi in futuro. Non solo ma i numeri settimanali dell'inflazione sono visti dal comitato direttivo come transitori e dettati da un sterlina indebolitasi in seguito alla Brexit ma vista in rafforzamento nel futuro anche sull'onda dell'accordo transitorio con l'Ue proprio sull'uscita di Londra.

Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online