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PROFILO - Una fedelissima di Renzi in pole per guidare la politica estera Ue

Il ministro degli Esteri italiano, Federica Mogherini. REUTERS/Muhammad Hamed (Reuters)

di Steve Scherer e Roberto Landucci ROMA (Reuters) - Federica Mogherini, 41 anni, è in pole position per svolgere nei prossimi cinque anni il ruolo di Alto rappresentante per la politica estera dell'Unione europea, nonostante sia da soli cinque mesi alla guida della Farnesina. Andato il posto di presidente della Commissione Ue al popolare Jean-Claude Juncker, questa poltrona spetterebbe a un socialista e tra i socialisti il gruppo più numeroso è quello italiano. Mogherini viene indicata come uno dei ministri più vicini a Matteo Renzi, nonostante sia di provenienza Ds e non Margherita come l'ex sindaco di Firenze. In un partito dove il cambiamento ha incontrato notevoli resistenze, lei si è mostrata sempre fedele al premier. Compagni di partito che hanno lavorato con lei la descrivono come una lavoratrice scrupolosa, con un istinto politico acuto, ma le viene spesso rinfacciata la sua mancanza di esperienza governativa. Il curriculum della Mogherini dentro il Partito democratico prima e in Parlamento a partire dal 2008 è segnato dalla politica estera, di cui è diventata la responsabile per il Pd lo scorso anno. Per conto di Renzi, ha curato l'ingresso del Pd nel Pse. "Da quando aveva 25 anni si è occupata di esteri", ha detto Luca Bader, il funzionario del Pd che per diversi anni ha lavorato con lei. "Era molto sobria e seria, non pittoresca o colorata". E' appassionata di Stati Uniti e nel 2008 ha fatto parte della delegazione del Pd alla convention del Partito democratico a Denver, che ha assegnato la nomination di candidato per la presidenza Usa a Barack Obama. Se Mogherini si trasferisse a Bruxelles da novembre, lascerebbe libera una importante casella nell'organigramma ministeriale. Secondo alcuni osservatori politici, Renzi potrebbe approfittare della situazione per fare un rimpasto di governo, rafforzandolo con membri del suo partito a lui fedeli a discapito di 1-2 ministri degli altri partiti della maggioranza, usciti fortemente ridimensionati dalle elezioni europee del 25 maggio. Ma a Palazzo Chigi hanno finora scartato questa opzione. Nell'entourage di Renzi c'è chi mette, invece, l'accento sull'appartenenza di genere: "Al ministero degli Esteri dovrebbe andare sempre una donna", smorzando così le chance di promozione per l'attuale vice della Mogherini, Lapo Pistelli e per il sottosegretario per gli Affari comunitari Sandro Gozi. INESPERTA? Nel suo blog chiude così il profilo dedicato a se stessa: "Amo viaggiare (ovunque, sempre e in ogni modo), leggere (romanzi, preferibilmente gialli) e passare tempo con la mia famiglia e le persone che amo". La passione per i viaggi è un segno di apertura mentale e una qualità importante per un diplomatico, ha ironizzato oggi il Wall Street Journal, chiedendo un profilo di maggiore leadership per guidare la politica estera europea. Le malelingue a Bruxelles sostengono che se la giovane Mogherini otterrà il posto di Alto rappresentante, è perché i ministri degli Esteri dei maggiori stati membri vogliono conservare la loro presa sulle questioni più spinose, a cominciare dai rapporti con la Russia in questa fase di crisi in Ucraina. Alcuni diplomatici sostengono, inoltre, che Renzi abbia fatto campagna per lei non da ultimo perché l'Alto rappresentante siede di diritto alla Commissione europea come vice presidente e può dire la sua in economia oltre che in politica estera. Chi ha seguito da vicino le sue mosse dice che alla Farnesina la Mogherini si è mossa nel solco della tradizione di una politica estera che, anche nel pieno della guerra fredda, ha cercato margini di dialogo con il Medioriente e la Russia. Sulla crisi ucraina l'Italia si è esercitata in un delicato equilibrio, unendosi al coro delle critiche Ue a Mosca, ma al tempo stesso cercando di non offendere uno dei principali fornitori di energia e mercati per il suo export. La percezione di alcuni stati Ue dell'Est Europa che la Mogherini abbia adottato una linea troppo conciliante con Mosca nella vicenda ucraina potrebbe danneggiarla al vertice di questa sera, ma Gozi ha già detto che potrebbe essere comunque eletta se non all'unanimità a maggioranza qualificata. Venendo dopo la britannica Catherine Ashton, la cui mancanza di esperienza è sempre stata al centro di critiche, le chance della Mogherini potrebbero ridursi di fronte alla candidatura di un diplomatico di lungo corso. "Questo è un punto sensibile, specialmente dopo la Ashton, che si è scontrata con una forte opposizione", ha detto un membro dell'establishment della politica estera italiana a condizione di restare anonimo. Gli altri nomi in lizza, se la Mogherini fosse bloccata, comprendono il ministro degli Esteri polacco Radoslav Sikorski, visto come un falco verso la Russia, e la bulgara Kristalina Georgieva, attuale commissaria europea allo sviluppo.