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Pubblico impiego, come cambia con il lavoro da casa, asili nido e part time

Credits: Getty
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Parola d’ordine, flessibilità. Nel pubblico impiego la mission del governo non è tanto aumentare le ore di lavoro in ufficio, bensì far crescere l’efficienza. Tra le soluzioni che il ministro per la Pubblica amministrazione Marianna Madia sta studiando ci sono lo smartworking – definirlo telelavoro ormai è obsoleto -, facilitazioni per gli asili nido e possibilità di lavoro part-time. Sono tutti provvedimenti contenuti in una direttiva alla quale il ministro sta lavorando seguendo l’obiettivo di far crescere la produttività anche nel settore pubblico.

Smartworking. La possibilità di lavorare da casa potrebbe diventare presto realtà anche per i dipendenti pubblici. La nuova direttiva ministeriale, infatti, fissa termini e quote. Entro il 2018 almeno il 10 per cento dei dipendenti pubblici dovrà essere messo in condizione di prestare servizio “attraverso nuove modalità temporali”, ossia lavorando anche da casa. Oggi la quota di statali che utilizza il telelavoro è praticamente pari a zero.

Credits: Getty
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Asili nido più facili. Nella direttiva del ministro Madia è previsto che le amministrazioni stringano rapporti sia con gli asili nido che con le scuole d’infanzia, così da garantire ai dipendenti statali una copertura per i propri figli. Non solo, sempre nella direttiva è previsto che le amministrazioni possano accordarsi con campi estivi per i figli dei dipendenti, per consentire l’iscrizione quando le scuole sono ovviamente chiuse. Altro tabù da sfatare nel pubblico impiego: il part-time. Fino ad oggi il lavoro flessibile, con fasce orarie ridotte, è davvero poco utilizzato. La quota è ferma al 5,6 per cento su base nazionale. L’idea è quello di rendere il part-time sempre più accessibile.

Non sarà facile controllare che tutto funzioni per il meglio. La direttiva ministeriale prevede l’istituzione di un team apposito che dovrà monitorare le varie attività per verificarne l’efficienza. Dalle esigenze dei genitori con figli, ai dipendenti che chiedono di passare al part-time, fino a chi ha necessità di lavorare qualche giorno della settimana da casa.