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Rcs, Cairo: offerta non modificabile, ad oggi non prevista fusione

Rcs, Cairo: offerta non modificabile, ad oggi non prevista fusione REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

MILANO (Reuters) - L'offerta di Cairo Communications per Rcs non è modificabile e ad oggi non è prevista una fusione tra i due gruppi editoriali. Urbano Cairo non sembra lasciare spazi a trattative sull'Ops lanciata a sorpresa ("è così che si fanno le offerte, informando tutti nello stesso momento", ha detto oggi) l'8 aprile scorso. Il Cda di Rcs, ma anche molti azionisti storici dell'editore del Corriere della Sera, l'hanno giudicata troppo bassa. Tra questi Diego Della Valle, che ha detto che non intede vendere azioni, casomai comprare. "Della Valle è un amico. Se resta in Rcs mi fa piacere", ha commentato l'editore di Alessandria. "Questa è la mia offerta, non è modificabile", ha dichiarato il presidente di Cairo Communications che detiene personalmente il 4,72% di Rcs. Al momento dell'annuncio, l'Ops valutava Rcs 0,527 euro per azione (0,12 azioni Cairo ogni titolo Rcs). Il titolo ha raggiunto con un balzo quel valore e oggi tratta a 0,6 euro, segno che il mercato si aspetta un ritocco oppure una controfferta. Domani Cairo Communication depositerà il documento di offerta in Consob, che avrà un mese di tempo per dare il via libera alla pubblicazione o chiedere integrazioni. "Non ci saranno miglioramenti" nel prospetto, ha detto l'imprenditore al termine dell'assemblea di Cairo Communication. Ci saranno maggiori dettagli sulla parte relativa alle motivazioni e a quella sulle condizioni sospensive, ma ad oggi "l'offerta è quella". Con una precisazione: "Quando parlo di Rcs mi riferisco a tutta l'azienda", quindi non sono previste modifiche di perimetro o cessioni. Accantonata l'ipotesi di un ritocco dell'offerta, Cairo è stato prudente sull'ipotesi di una fusione tra le due società, che potrebbe rendere più attraente l'offerta agli occhi di qualche investitore. "Una fusione tra Cairo e Rcs non è prevista oggi perché non conosciamo Rcs in modo così approfondito. In questo momento non c'è questa ipotesi, poi tutto è da vedere. Prima devo conoscere Rcs in modo più dettagliato, poi vediamo", ha dichiarato. "La mia è una proposta lungamente meditata su una società che ha un alto debito e ha bruciato cassa: penso che l'offerta sia congrua, tanuto conto anche di quanto valgono in borsa i concorrenti sul mercato italiano", ha ribadito. "Il mercato è sovrano, sarà lui a valutare se l'offerta è congrua o no, se io vado bene o no per rilanciare quella società", ha proseguito ricordando che più del 50% di Rcs è in mano a investitori istituzionali e a piccoli azionisti e che da inizio maggio questa soglia salirà ancora con la distribuzione della quota Fiat Chrysler ai propri soci. L'offerta è condizionata al raggiungimento del controllo di diritto di Rcs (50% più un'azione). Un'altra condizione è una moratoria delle banche sul debito fino a inizio 2018. "Procederemo con gli incontri con le banche nei prossimi giorni e comunque nei termini utili perchè possano dare il loro assenso. Per ora c'è stato qualche abboccamento. C'è una disponibilità di massima", ha spiegato Cairo. L'imprenditore è comunque convinto di essere la persona giusta per rilanciare un gruppo dai bilanci in rosso e appesantito da 500 milioni di debito. Più che i piani industriali, conta la velocità di esecuzione, ha rimarcato. "Ho preso La7 nel 2013. L'80% dei costi tagliati da allora l'ho fatto nei primi sei mesi, e senza toccare il personale, la qualità dei programmi o la cassa" ricevuta in dote da Telecom al momento dell'acquisizione. (Claudia Cristoferi) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia