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Rcs, Della Valle: partecipo a Opa per coerenza,non sono cordate ostili,solo mercato

MILANO (Reuters) - Diego Della Valle ha deciso di partecipare all'Opa su Rcs per coerenza anche se "con sacrificio e poca voglia" e intende restare azionista purché il gruppo inizi ad andare bene e mantenga giornalisti indipendenti.

"Per la prima volta vediamo intorno alla Rizzoli operazioni di mercato", ha detto Della Valle sottolineando che Urbano Cairo e Intesa Sanpaolo hanno "fatto benissimo" a lanciare un'Ops e altrettanto bene hanno fatto i soci storici con Andrea Bonomi a rispondere con un'Opa. Se poi Cairo rilanciasse, meglio, perché sarebbe migliorativo per l'azienda, ha proseguito.

Parlando dal palco del Luxury Summit del Sole 24 Ore, l'imprenditore ha detto che "non è questione di buoni contro cattivi, grandi contro piccoli". "Questo era un mondo dove tutto si decideva sotto i tavoli, ora con un assegno sul tavolo", ha poi rimarcato a margine dell'evento.

"Oggi c’è un'azienda che ha problemi che derivano da una gestione passata che non era delle migliori e che interessa a un sacco di gente, per fortuna. Io faccio parte di un blocco di azionisti che ha fatto un patto di sindacato di un mese per fare questo consiglio, che sta facendo bene. La coerenza mi impone di rimanere", ha spiegato.

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"Io sono stato tanti anni nel board di Rcs. Non direi che ho toccato palla spesso, era un sistema per cui alcune cose si decidevano lontano da quelle stanze", ha raccontato il presidente e AD di Tod's. "La mia ambizione, quando ho investito in Rcs, era che un'azienda marchigiana si potesse sedere al tavolo con l'establishment italiano. Pensavo si potesse fare civilmente qualcosa per cambiare il paese, senza fare necessariamente politica. Di positivo posso solo dire che una serie di personaggi che comandavano l'Italia li abbiamo mandati a casa".

Oggi la situazione è cambiata, per la prima volta si fronteggiano due offerte sul mercato e l'attuale Cda "sta gestendo bene" la società. "Adesso il mercato deve dare una risposta". "Chiunque vincerà avrà dotato l'azienda di mezzi necessari per farla andare avanti", ha proseguito ricordando, tra l'altro, la ricapitalizzazione fino a 150 milioni prevista nell'offerta lanciata insieme con Mediobanca, Pirelli, Unipol e Investindustrial di Andrea Bonomi. "Siamo quasi tutti amici, ci fosse stata una cordata allargata anche con Urbano (Cairo) sarebbe stato meglio".

Alla domanda se questo non significhi tornare alle vecchie logiche del patto di sindacato, tanto criticate un tempo da Della Valle, l'imprenditore ha risposto: "Per me parla la mia reputazione, precisa e chiara. Sono garante per me, ma lo potrei essere anche per gli altri. Se non fosse stato così non avrei mai partecipato".

"A me interessa che Rcs vada bene, con una classe di giornalisti non influenzata da nessuno, tanto meno dagli azionisti. Se questi sono i presupposti resto in Rcs in eterno, altrimenti me ne vado", ha aggiunto.

E se vincesse Cairo? Comunque "non sono venditore, mai", ha ribadito a margine del convegno del Sole24Ore.

(Claudia Cristoferi, Giulia Segreti)

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