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Reddito di cittadinanza: la Finlandia fa marcia indietro e lo abolisce

Dal 2017, i duemila volontari hanno ricevuto dal sistema di welfare finlandese una cifra pari a circa 690 dollari Usa mensili (560 euro). (Credits – Getty Images)
Dal 2017, i duemila volontari hanno ricevuto dal sistema di welfare finlandese una cifra pari a circa 690 dollari Usa mensili (560 euro). (Credits – Getty Images)

E’ stato uno degli argomenti clou nell’ultima campagna elettorale in Italia e il Movimento 5 Stelle lo ha messo tra i primi punti del suo programma. Introdurre il cosiddetto reddito di cittadinanza, cioè un reddito minimo da dare anche a chi non sta lavorando. Un tema caldo, che ha spaccato la classe politica italiana, ma che all’estero è già stato sperimentato.

Come in uno dei Paesi più famosi per il welfare, la Finlandia. Qui nel 2017 è stato testato un reddito di cittadinanza che ha coinvolto 2.000 volontari. Dal 2017, i duemila volontari hanno ricevuto dal sistema di welfare finlandese una cifra pari a circa 690 dollari Usa mensili (560 euro). Il pagamento di tale reddito di cittadinanza, contrariamente ad altre forme di sussidi e assistenza pagati in diversi Paesi dell’Unione europea, non è stato soggetto ad alcun vincolo.

Insomma, a differenza da quello che propongono i Cinque Stelle (anche se in maniera non univoca né chiara) il reddito di cittadinanza era pagato senza che il ricevente dovesse in cambio impegnarsi a cercare un lavoro o ad accettare impieghi offerti dall’ufficio di collocamento. Insomma, i 2mila disoccupati finlandesi hanno potuto godere di un reddito minimo (sicuramente sotto il limite di povertà comunque) senza doversi impegnare a trovare un impiego.

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Diverso, rispetto al reddito di cittadinanza proposto dal M5S, è anche l’importo. I Cinque Stelle legano il reddito al nucleo famigliare (va dato a chi ha dei figli a carico) e la cifra partirebbe da circa 1.000 euro e arriverebbe a quasi 1.900 euro per le famiglie con tre figli.

Dopo un anno, però, l’esperimento sembra fallito. Anche se il governo non ha ancora pubblicato un bilancio dei risultati o di valutazione del progetto, da Helsinki il governo liberalconservatore ha fatto sapere che l’esperimento non continuerà. Il reddito di cittadinanza, almeno per come è stato pensato in Finlandia, dunque è fallito. Da capire il perché, anche se va sottolineato come la Finlandia stia vivendo un difficile momento economico, con la crisi dei rapporti privilegiati avuti con la Russia, il calo dell’export di carta e la crisi dell’azienda più importante del Paese, la Nokia.