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Referendum, per Messina (Intesa Sanpaolo) non mette a rischio stabilità politica

MILANO (Reuters) - Il referendum costituzionale del 4 dicembre non va visto come pericolo per la stabilità politica dell'Italia. Lo dice il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina in un'intervista a Wirtschafts Woche, settimanale del gruppo Handelsblatt. "Questa valutazione è esagerata. E' assolutamente normale che qualcuno che voglia intraprendere un percorso di riforme indica anche un referendum. Questo non sarà sicuramente un punto di svolta nella storia d'Italia. Investitori e giornalisti a volte sono inclini al panico", dice Messina. Il banchiere poi ripercorre i passaggi che hanno portato Intesa Sanpaolo a essere una delle banche più solide d'Europa. "Abbiamo saputo reagire per tempo, anche prima della grande crisi della zona euro, e già lì abbiamo effettuato un significativo aumento di capitale", spiega al settimanale. "Abbiamo migliorato costantemente il nostro rapporto costi-ricavi, ora siamo al 50%. Abbiamo migliorato il profilo di rischio del gruppo riducendo la nostra esposizione ai titoli di Stato italiani della metà, da 100 a 50 miliardi di euro", aggiunge Messina. "Al momento la nostra quota è giusta ma se la situazione dovesse cambiare, la modificheremo ancora. Non usciremo mai del tutto". Messina si sofferma poi sul Fondo Atlante, strumento di salvataggio per gli istituti italiani in difficoltà finanziato da banche, fondazioni e compagnie assicurative. "E' abbastanza forte per sostenere le tre maggiori banche problematiche, Veneto Banca, Monte dei Paschi e Banca Popolare di Vicenza. A questo scopo otterrà ancora denaro fresco", dice confermando che Intesa contribuirà con altri 150 milioni "in modo da raggiungere 1 miliardo, ma non di più". E su Mps, alle prese con un piano che prevede la cessione integrale delle sofferenze, con l'intervento di Atlante su una delle tranche, e un aumento di capitale fino a 5 miliardi, Messina afferma che "la riduzione dei crediti deteriorati attraverso il fondo di salvataggio funzionerà". "Il secondo passo, l'aumento di capitale, è certamente più difficile. Per quello hanno bisogno di investitori privati che attualmente sono titubanti. Tuttavia il modello di business attuale della banca funzione. Penso che in cinque anni sarà una buona banca", aggiunge Messina. Il banchiere ha poi chiuso la porta ad acquisizioni che non creino valore: "Anche se siamo una banca italiana, il 65% dei nostri investitori proviene dall'estero, nei loro confronti devo e voglio essere giusto. Non siamo una banca pubblica". E sul consolidamento del settore bancario italiano "credo non durerà più di due o tre anni". (Gianluca Semeraro) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia