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RES PUBLICA - Lavoro: Renzi prova prima riforma forte. Valuta rischi

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/ Max Rossi (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Il dibattito sulla delega sul lavoro è incandescente dopo che il premier Matteo Renzi ha manifestato l'intenzione di introdurre il cosiddetto contratto a tutele crescenti che supera di fatto il contestato articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Il problema è che la legge della quale si sta discutendo è una legge delega, le cui norme dovranno poi essere definite e dettagliate dal governo con successivi decreti. Non è chiaro ancora se la nuova norma comporterà una "sospensione" o la "cancellazione" dell'articolo 18, come spiega Cesare Damiano (Pd contrario) oggi sul Sole 24 Ore. La proposta ricalca in buona parte quella che era la riforma del lavoro avanzata anni fa da Pietro Ichino e che fu la causa della sua rottura con il Pd e il passaggio nel 2013 nelle fila di Scelta Civica. Il dibattito nel Pd (e nella Cgil) sul tema è infuocato. Se ne discuterà in una direzione a fine mese. Renzi è alla prima vera riforma del suo governo, dirompente. Se forza inserendola in un decreto legge e ponendo la fiducia sulla norma al Senato (dove la maggioranza è risicata) rischia la caduta del governo. Ma è un rischio calcolato: in caso di rottura sarebbe la sinistra interna ad assumersi tutta la responsabilità della frattura mentre Renzi toglierebbe al centrodestra molto spazio in una eventuale campagna elettorale nella quale la destra si presenterebbe pure senza leader, essendo Berlusconi senza erede e ancora inibito. Insomma, Renzi si troverebbe a giocare in discesa. Per questo adesso forza, sapendo di avere il coltello dalla parte del manico e cerca uno scalpo da portare a Bruxelles. ((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224352, Reuters Messaging: paolo.biondi.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia