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RES PUBLICA - Renzi rischia sull'affaire Lupi il rapporto con Ncd

Il premier Matteo Renzi (a destra) con il ministro dell'Interno Angelino Alfano REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - "Prematuro": l'aggettivo scelto dal sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio per rispondere alla richiesta di un parere sul coinvolgimento del ministro Maurizio Lupi nell'inchiesta fiorentina sulle Grandi opere e su eventuali dimissioni esprime tutta la freddezza di palazzo Chigi sulla vicenda. Matteo Renzi per la prima volta rischia la consistenza del suo governo in una storia che non ha alcun rilievo giudiziario per il suo ministro delle Infrastrutture, esponente di punta dell'Ncd. Nessun coinvolgimento giudiziario ma aspetti di opportunità politica sì e tanti. Fra i due alleati di governo l'ultima frizione è stata proprio sull'allungamento dei tempi di prescrizione dei reati previsti dal ddl che riscrive la materia, sul quale il partito di Angelino Alfano si è finora opposto. Dall'inchiesta fiorentina non esce indebolito dunque solo un ministro forte del governo, Lupi, un politico radicato in Lombardia e del quale si era recentemente detto pure che avrebbe potuto correre l'anno prossimo per la prestigiosa poltrona di sindaco di Milano a capo di una coalizione di centrodestra, ipotesi che sembra ora bruciata dalle carte dell'inchiesta. Indebolita è pure l'alleanza di governo tra il Pd di Renzi e i centristi di Alfano, i cui voti sono cruciali al Senato. Fino a ieri era "prematuro" parlare di dimissioni o di problemi di governo, ma il primo faccia a faccia questa mattina a palazzo Chigi fra il premier e il ministro dell'Interno Alfano (in occasione di un vertice su Libia e terrorismo) non deve essere stato fatto di sorrisi. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia