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Rientro capitali, Pd annuncia emendamento su autoriciclaggio

ROMA (Reuters) - Il Partito democratico annuncia un emendamento al decreto sull'emersione dei capitali all'estero per introdurre in Italia il reato di autoriciclaggio. Lo ha detto il deputato Marco Causi accogliendo la richiesta formulata dall'Agenzia delle entrate durante un'audizione in commissione Finanze della Camera. "Il Pd presenterà oggi un emendamento", ha detto il deputato democratico. Il decreto, varato dal precedente governo di Enrico Letta, introduce la procedura di collaborazione volontaria, o 'voluntary disclosure'. Chi aderisce potrà dichiarare i capitali detenuti illecitamente all'estero beneficiando di uno sconto sulle sanzioni amministrative e di un regime di favore sul piano penale, ma dovrà pagare l'intero importo dovuto. Per aumentare l'efficacia dell'operazione, da più parti è arrivata la richiesta di recepire nell'ordinamento italiano il reato di autoriciclaggio, come in effetti prevedeva in origine la bozza del decreto. Oggi, infatti, il contribuente può eludere la contestazione del riciclaggio commettendo il cosiddetto 'reato presupposto' che ha permesso di raccogliere i capitali occultati al fisco: evasione fiscale, appropriazione indebita, false fatturazioni, traffico di stupefacenti o usura. Ma il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, anche lui del Pd, preferisce percorrere la strada tracciata alla fine dal precedente esecutivo. "Tutto è possibile, il Parlamento è sovrano ma io credo che sia più utile partire da un nucleo di norme già mature frutto del lavoro delle commissioni di studio di Palazzo Chigi e del ministero della Giustizia che saranno contenute in un disegno di legge organico sulla criminalità organizzata", ha risposto ai giornalisti sulla possibile accelerazione per il reato di autoriciclaggio. La collaborazione volontaria è valida fino al mese di settembre del 2015. La sanzione per la mancata dichiarazione del quadro RW si riduce fino alla metà del minimo edittale se il contribuente trasferisce o detiene i capitali in Italia, in un altro Paese dell'Unione europea, in Stati che consentono un effettivo scambio di informazioni, oppure se rilascia alla banca l'autorizzazione a trasmettere le informazioni al fisco italiano. Nei casi diversi, la sanzione è determinata nella misura del minimo edittale, ridotto di un quarto. Sul piano penale, il decreto esclude la punibilità per i reati di omessa e infedele dichiarazione. Nel caso, invece, del più grave reato di dichiarazione fraudolenta con false fatturazioni o altri artifici contabili, la pena è diminuita "fino alla metà", cioè da un minimo di 9 mesi a un massimo di 3 anni (oggi va da 18 mesi a 6 anni). "Parlando di violazioni vecchie, c'è un forfait del 9% per i Paesi 'white list' e del 18% per i Paesi 'black list'. Non è poco", ha spiegato in audizione il vice direttore delle Entrate Marco Di Capua. (Giuseppe Fonte e Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.com altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia