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Riforme, governo supera primo voto segreto a Camera

Il palazzo di Montecitorio, sede della Camera dei deputati. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il governo ha superato oggi alla Camera il primo voto segreto sul disegno di legge costituzionale che ridimensiona il Senato e abolisce le province, in una giornata in cui si comincia a misurare in Parlamento la coesione interna del Pd e la tenuta dell'intesa con Forza Italia sulle riforme prima della partita sulla successione al Quirinale. Un emendamento di Sel al ddl che riguarda la rappresentanza delle minoranze linguistiche, a cui il governo aveva dato parere contrario, è stato battuto nel segreto dell'urna con 359 no, 152 sì e 2 astenuti. Le votazioni alla Camera proseguono fino a sera, mentre domani si apriranno in Senato quelle sulla riforma della legge elettorale, il secondo banco di prova per il governo, proprio nel giorno delle attese dimissioni di Giorgio Napolitano da presidente della Repubblica. Il premier Matteo Renzi ha promesso di coinvolgere nella scelta del successore tutto il suo partito e le opposizioni, a cominciare da Forza Italia. Sui voti parlamentari in materia di riforme, che Renzi vuole conclusi prima dell'elezione del nuovo Capo dello Stato a fine gennaio in entrambi i rami del Parlamento, potrebbero però riflettersi le tensioni dentro il Pd e con il partito di Silvio Berlusconi relative alla scelta del successore di Napolitano. Renzi cerca innanzitutto di serrare i ranghi all'interno del suo partito ed è atteso un suo faccia a faccia con i senatori del Pd giovedì mattina, prima che la discussione sulla nuova legge elettorale a Palazzo Madama entri nel vivo. Ma i problemi sulla riforma con la minoranza rimangono e a ricordarlo è oggi l'ex segretario Pier Luigi Bersani, che chiede a Renzi di confrontarsi "sull'unico problema che abbiamo posto", quello dei capilista bloccati che piace a Forza Italia ma non alla sinistra dei Democratici. "Resto contrario a questo meccanismo sia perché produrrebbe una Camera di nominati sia perché creerebbe disparità con quelli eletti con le preferenze", ha detto Bersani ai giornalisti alla Camera. "Capisco che [Renzi] abbia il problema che lo chiede [Silvio] Berlusconi, ma ognuno ha i suoi problemi", ha concluso l'ex segretario. (Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia