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Risparmio gestito, gennaio in rosso ma fondi raccolgono 3,9 mld

MILANO (Reuters) - Resta robusta la raccolta dei fondi aperti a gennaio; il saldo di inizio anno del sistema del risparmio gestito presenta tuttavia un numero negativo per 1,5 miliardi come effetto della riorganizzazione dei mandati assicurativi fra le imprese del gruppo Mediolanum.

Quest'ultima ha infatti eliminato i mandati di gestione infragruppo da Mediolanum Vita verso Mediolanum Gestione Fondi dal primo gennaio, riportandoli in capo a Mediolanum Vita che non viene censita da Assogestioni.

"L'operazione ha comportato l'uscita dal perimetro della rilevazione Assogestioni di 13,216 miliardi registrati a diminuzione del patrimonio gestito e come raccolta netta negativa di gennaio", spiega l'associazione dei gestori a commento dei risultati mensili, che hanno carattere preliminare. "Il fenomeno non è in alcun modo collegato a disinvestimenti della clientela".

Il patrimonio in gestione registra un nuovo avanzamento attestandosi a 1.334,8 miliardi.

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In continuità rispetto al 2013, quando le banche hanno ritrovato interesse nel collocamento del risparmio gestito, i fondi aperti incassano altri 3,9 miliardi. A gennaio i deflussi dalle gestioni di portafoglio sono stati di 5,42 miliardi, con riscatti per 6,4 miliardi per i mandati istituzionali.

"I mandati istituzionali e i fondi aperti sono i prodotti più rappresentati", sottolinea Teresa Lapolla, responsabile statistiche dell'ufficio studi di Assogestioni. I primi infatti, con 634 miliardi di patrimonio, rappresentano il 47,5% degli asset in gestione e i fondi il 42% con 560,5 miliardi.

FLESSIBILI ANCORA I FONDI PIU' RICHIESTI

Con conti di deposito e Bot ormai avari di rendimenti, i flessibili si confermano la categoria più gettonata con sottoscrizioni per 3,5 miliardi, seguiti dai bilanciati (1,18 miliardi). Raccolta ancora positiva per gli azionari, che vedono entrare 728 milioni. Riscatti per 944 milioni sugli obbligazionari e per 466 milioni sui monetari.

Per Danilo Verdecanna, managing director di State Street Global Advisors per l'Italia, il successo dei fondi flessibili, che l'anno scorso hanno visto entrare 28,4 miliardi di euro, denota la natura retail del mercato italiano.

"Il fondo flessibile è utilizzato meno come 'building block' e più come prodotto retail perchè consente al singolo risparmiatore di far fronte ad una varietà di situazioni di mercato", osserva.

Claudio Barberis, responsabile asset allocation di Moneyfarm, società indipendente di consulenza finanziaria che opera online osserva: "Oltre che essere alla ricerca di fonti di rendimento nuove, sembra che il risparmiatore si muova in modo più informato".

"Il risparmiatore esce da prodotti più semplici ed entra sul risparmio gestito andando a comprare un prodotto piuttosto raffinato e dando una delega maggiore", aggiunge.

FONDI DI DIRITTO ITALIANO SUPERANO PER RACCOLTA ESTERI

La raccolta dei fondi domiciliati in Italia, pari a 2,085 miliardi, è arrivata a superare il mese scorso quella dei prodotti di diritto estero (1,821 miliardi) che rappresentano il 70% del patrimonio.

"E' un numero dovuto a motivazioni tecniche, non penso denoti nessuna tendenza particolare", ha detto Verdecanna. "La raccolta a gennaio è stata fatta principalmente da operatori italiani, sta andando molto bene il retail e quindi quei gruppi italiani che hanno produzione e distribuzione all'interno dello stesso gruppo".

Fra i gestori, la numero uno per patrimonio Generali raccoglie quasi 4 miliardi di euro in mandati istituzionali e la numero due Intesa Sanpaolo mette a segno sottoscrizioni per 1,38 miliardi grazie ad Eurizon Capital. A gennaio si segnala la raccolta di circa 800 milioni dell'aspirante matricola Anima e di circa 1,8 miliardi di Poste Italiane, anche lei prossima alla quotazione in borsa.

"Poste è l'asset manager che più di tutti deve confrontarsi con l'uscita di flussi dai conti di deposito e da prodotti monetari considerati sicuri", sottolinea Barberis.

Bilancio mensile positivo per il gruppo Banco Popolare (751 milioni) mentre, fra i grandi gruppi esteri, Franklin Templeton archivia gennaio in rosso per 560 milioni.

Guardando al resto dell'anno, "nel 2014 le reti saranno chiamate a vendere il risparmio gestito in modo più curato, offrendo maggiore consulenza e personalizzazione del servizio: un flessibile è più difficile da vendere di un vecchio fondo bilanciato", fa notare Barberis.

Il manager vede potenziale, oltre che sui prodotti flessibili, anche sugli azionari e rileva come, dal lato dell'offerta, la caduta dei rendimenti abbia reso disponibili sul mercato prodotti obbligazionari e monetari a costi più bassi.

(Maria Pia Quaglia)

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