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Rosenberg: E’ iniziata la tempesta perfetta. E nulla la fermerà

Le piazze europee sono in profondo rosso dall’inizio delle contrattazioni, un inizio che si è dimostrato subito particolarmente pesante. Alle 14.30 infatti l’Europa vedeva il Ftse Mib a -2,46%, il Dax a -1,67%, e Londra a -1,5%.

L'attenzione verso le banche centrali

Ma quello del Vecchio Continente è la conseguenza di un primo, forte allarme arrivato da Wall Street già venerdì (-2,45%) e che era a sua volta annunciato su Piazza Affari con un calo dell’1,26%. Un trend che potrebbe essere l’inizio di una svolta, in negativo, come conferma anche David Rosenberg, capo economista e strategist di Gluskin Sheff: una tempesta perfetta i cui tuoni sarebbero i drastici cali che si stanno verificando in queste ore sulle Piazze Europee. Alla base di tutto ancora loro, le banche centrali che, nel bene nel male, hanno diretto i mercati negli ultimi tempi. Nello specifico sarebbero proprio i timori di una Fed in fase “falco” e che potrebbe alzare i tassi prima del previsto, il che porterà in tilt i principali listini Usa con l’arrivo di quella che non esita a definire una tempesta perfetta. Infatti la Fed non sarà l’unica pietra d’inciampo: a peggiorare le cose, stando a quanto da lui dichiarato, saranno i numerosi segni di compiacenza dimostrati nel tempo dagli investitori e una economia statunitense ancora troppo lenta che dimostrerà i troppi limiti di un QE pluriennale, costoso e, purtroppo, poco utile.

"Siamo entrati nel terzo trimestre con slancio e un tante speranze ed ora ne stiamo uscendo con dei numeri che si sono dimostrati troppo tiepidi”

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Le elezioni Usa

Senza dimenticare anche un altro fattore: le elezioni di novembre per eleggere il presidente Usa. I recenti sviluppi hanno visto alcune difficoltà per la Clinton che, durante le commemorazioni dell’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 ha accusato uno svenimento dovuto alla polmonite che le ha fatto cancellare tutti i suoi appuntamenti elettorali fino a domani. Ebbene in quest’ottica la corsa di Donald Trump appare facilitata nonostante da sempre si dica che il candidato repubblicano sia inviso ai mercati. Stando alle considerazioni di Rosenberg, l’elezione eventuale di Trump potrebbe rappresentare uno svantaggio solo nel breve periodo mentre sarebbe un punto a favore dell’economia Usa sul lungo periodo.

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