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Ruby, difesa Berlusconi in ricorso appello: no concussione, mai pagata teste

Karima El Mahroug, conosciuta come "Ruby" sorride al suo arrivo nell'aula di tribunale di Milano, 14 gennaio 2013. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

MILANO (Reuters) - Nel ricorso in appello contro la sentenza del cosiddetto processo Ruby, la difesa di Silvio Berlusconi sostiene che non ci sia stata concussione e che l'ex-premier non abbia mai pagato la giovane marocchina Karima El Marough. Lo scorso giugno, Berlusconi - che ha sempre respinto ogni addebito - è stato condannato a sette anni di reclusione per concussione per costrizione e prostituzione minorile e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici nell'ambito del processo di primo grado per il caso Ruby. Nelle motivazioni, depositate a novembre, i giudici hanno detto di ritenere "provati" atti sessuali tra l'ex-premier e la giovane marocchina quando era minorenne, in cambio di denaro e altri beni. Secondo l'accusa, inoltre, la sera del 27 maggio 2010, Berlusconi avrebbe fatto pressioni illegittime sui funzionari della Questura di Milano, dove la giovane era stata fermata per furto, dicendo che si trattava della nipote dell'allora presidente egiziano Hosni Mubarak e facendola affidare, da minorenne, alla allora consigliera regionale Pdl Nicole Minetti (condannata a 5 anni per favoreggiamento della prostituzione nel processo "gemello"). Nel ricorso, che chiede l'assoluzione con formula piena, su questo punto la difesa si sofferma sul ruolo del funzionario Pietro Ostuni, che ricevette la telefonata di Berlusconi. "Non è facile commentare prospettazioni così sconnesse alla realtà", scrivono Niccolò Ghedini e Piero Longo. "Dalla lettura delle dichiarazioni per Ostuni non è francamente comprensibile come il tribunale abbia potuto ritenere che vi fosse stato nei suoi confronti una 'forte coazione psicologica' e che la sua libertà sarebbe stata condizionata 'gravemente' tanto da costringerlo ad ordinare alla Iafrate di consegnare la minore alla Minetti per scampare il potenziale pericolo di subire pregiudizi in ambito lavorativo". "Basti osservare che mai Ostuni ha neppure fatto minimamente trasparire l'ipotesi non già di aver subito una costrizione, ma neppure il benché minimo condizionamento. E se sul punto dovessero permanere dei dubbi vorrà codesta corte di Appello rinnovare il dibattimento e risentire Ostuni sulla questione specifica". Inoltre, continuano gli avvocati, "ammesso che vi sia stata costrizione nei confronti di Ostuni" bisogna provare che questa "si sia estrinsecata alla Iafrate", la funzionaria che affidò Ruby all'ex consigliere regionale. "Ma la dottoressa Iafrate lo esclude radicalmente e non è pagata da Berlusconi, né a lui collegata o collegabile in alcun modo", continuano i legali. "RUBY NON E' STATA TESTE COMPIACENTE" Il ricorso aggiunge inoltre che "non vi è alcuna prova agli atti che Ruby sia stata destinataria di ingenti somme di denaro, salve quelle accertate nel processo con causale di mera liberalità a titolo di aiuto economico a un soggetto in difficoltà". La difesa sottolinea che Berlusconi ha versato soldi alla giovane marocchina "non certo per comprare la teste, nemmeno con l'ipotizzata ma non provata promessa di ricompensa per fare la pazza". Per di più, sostengono Ghedini e Longo, Ruby "non è stata una teste compiacente" come ritenuto dal tribunale "con una operazione di acrobatica argomentazione giuridica" anche perché, "a parte negare il compimento di atti sessuali, la minore fornisce una descrizione delle serate assolutamente negativa e compromettente per l'imputato". CHIESTE ATTENUANTI GENERICHE Gli avvocati sostengono inoltre che debbano essere concesse a Berlusconi almeno le attenuanti generiche visto "il ruolo pubblico rivestito per quasi un ventennio come presidente del Consiglio in quattro governi e come personaggio politico di spicco", oltre "l'età dell'imputato, che ha compiuto 77 anni". "Sono tutte circostanze di altissimo pregio ai fini sia della quantificazione della pena finale sia della concessione delle generiche". Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia