Saipem Algeria, parola alle difese, decisione a settembre
MILANO (Reuters) - All'udienza preliminare in corso al Tribunale di Milano sulle presunte tangenti pagate da Saipem per ottenere contratti in Algeria, sono iniziate oggi le arringhe difensive. I legali delle persone giuridiche Saipem ed Eni, e quelli dell'ex AD di Eni Paolo Scaroni e dell'ex dirigente Eni Antonio Vella, hanno chiesto il proscioglimento dei loro assistiti. Domani e il 30 luglio si proseguirà con le arringhe difensive degli altri cinque imputati, mentre a settembre sarà la volta di eventuali repliche, al termine delle quali il gup Alessandra Clemente si ritirerà in camera di consiglio per decidere se rinviare a giudizio o prosciogliere gli imputati. La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Scaroni e altri sette indagati, oltre che per le società Eni e Saipem, con le accuse a vario titolo di corruzione internazionale e frode fiscale. Tutti gli interessati hanno sempre respinto ogni addebito. Al centro della vicenda c'è l'acquisizione di sette contratti d'appalto in Algeria del valore complessivo di 8 miliardi di euro. L'ottavo imputato, Tullio Orsi, ex-presidente e AD di Saipem Algeria, ha trovato un accordo per il patteggiamento, sul quale il giudice si esprimerà al termine dell'udienza preliminare.