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Salario minimo: raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue

Salario minino: raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue (Getty Images)
Salario minino: raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue (Getty Images) (artJazz via Getty Images)

Il Consiglio europeo ha annunciato in una nota che è stato raggiunto l'accordo sulla direttiva Ue per il salario minimo. "La presidenza del Consiglio e i negoziatori del Parlamento europeo", si legge nella nota, "La nuova legge, una volta adottata definitivamente, promuoverà l'adeguatezza dei salari minimi legali e contribuirà così a raggiungere condizioni di lavoro e di vita dignitose per i dipendenti europei".

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Nella nota si precisa che "gli Stati membri sono tenuti a mettere in atto un quadro procedurale per fissare e aggiornare i salari minimi secondo una serie di criteri chiari".
"Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno convenuto che gli aggiornamenti dei salari minimi legali avverranno almeno ogni due anni (o al massimo ogni quattro anni per quei Paesi che utilizzano un meccanismo di indicizzazione automatica). Le parti sociali dovranno essere coinvolte nelle procedure di definizione e aggiornamento dei salari minimi legali".

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La nota precisa che la direttiva Ue "mira a estendere la copertura dei lavoratori attraverso la contrattazione collettiva", tanto che "laddove il tasso di copertura della contrattazione collettiva sia inferiore a una soglia dell'80% gli Stati membri dovrebbero definire un piano d'azione per promuovere la contrattazione collettiva".

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La presidenza di turno francese dell'Ue ha commentato l'accordo dicendo: "Una tappa importante per l'Europa sociale. Nel pieno rispetto delle diversità nazionali il provvedimento favorirà dei salari minimi adeguati nell'Ue e lo sviluppo della contrattazione collettiva". L'intesa dovrà ora essere approvata in via definitiva sia dal Parlamento che dal Consiglio Ue.

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Ma cos'è e come funziona il salario minimo? Si tratta di una retribuzione minima totale tutelata dalla legge, che fisserebbe così una soglia base di stipendio con un importo sotto il quale i datori di lavoro non potrebbero retribuire il lavoratore. Al momento, tuttavia, all'interno dell'Unione Europea non esiste una legislazione uniforme in materia. Sono 21 gli Stati su 27 che però hanno varato leggi sul tema, mentre i restanti 6 paesi (Austria, Cipro, Danimarca, Finlandia, Italia e Svezia) affidano l'individuazione della paga base ai vari contratti collettivi delle diverse categorie.

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Per quanto riguarda l'Italia in particolare, il salario minimo è tornato sotto i riflettori della Commissione Lavoro del Senato il 10 maggio scorso. Dopo mesi di stand by è infatti ripreso l'iter parlamentare del ddl, a firma dell''ex ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, testo base al centro della discussione per il riconoscimento, nei contratti, di una retribuzione complessiva non inferiore a 9 euro l'ora al lordo degli oneri contributivi e previdenziali. Un tema, questo, spinto in avanti, oltre che dal pressing dei 5 Stelle, anche dal dibattito politico ed economico sulla necessità di più salario in busta paga per consentire ai lavoratori di far fronte ad un aumento del costo della vita legato ad un'inflazione in forte crescita.