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Servono fabbri, saldatori, matematici e diplomati ITS

(Photo: Nitat Termmee via Getty Images)
(Photo: Nitat Termmee via Getty Images)

Sono circa 505 mila i lavoratori cercati dalle imprese in ottobre, 114mila in più (+29,1%) rispetto allo stesso periodo del 2019 e tra ottobre e dicembre le imprese hanno in programma di attivare 1,4 milioni di contratti (+28,8% rispetto allo stesso trimestre 2019). I numeri emergono dal Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal.

La domanda di lavoro non è uguale nei diversi settori, ma è in crescita nell’industria come nei servizi: più caute le attese per turismo e ristorazione dopo il recupero dei mesi estivi (-13,2% rispetto ad ottobre 2019), mentre maggiore fiducia nella filiera della cultura e dell’intrattenimento e, in genere, dei servizi alle persone (+19,6%), anche attraverso le recenti riaperture.

Nell’industria sono previste 183 mila entrate per il mese di ottobre che salgono a 452 mila nel trimestre ottobre-dicembre. Nonostante le tensioni sul mercato dell’energia e delle materie prime, nel manifatturiero vi saranno 131 mila entrate nel mese e 326 mila fino alla fine dell’anno. Le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie della meccatronica che ricercano 34 mila lavoratori nel mese e 93mila nel trimestre, seguite dalle industrie metallurgiche e dei prodotti in metallo (27mila nel mese e 68mila nel trimestre) e da quelle tessili, dell’abbigliamento e calzature (14mila nel mese e 32mila nel trimestre).

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Il mismatch

Il mismatch è la differenza tra domanda e offerta di lavoro e secondo Excelsior si attesta al 36%, sia per le professioni ad elevata specializzazione sia per gli operai qualificati, soprattutto per la mancanza delle competenze dei candidati per ricoprire determinate figure professionali.

Le imprese metallurgiche sono quelle che riscontrano maggiori difficoltà nel reperimento delle risorse, con un livello di mismatch al 52,9%, in particolare per il recruitment di fabbri e costruttori di utensili e per fonditori e saldatori. Anche le imprese delle costruzioni segnalano un elevato mismatch (48,7%), soprattutto per artigiani e operai specializzati addetti alle rifiniture, e le imprese dei servizi informatici e delle comunicazioni (47,8%), per cui le maggiori difficoltà si incontrano per specialisti in scienze matematiche e per tecnici informatici. Le aree aziendali con il livello più alto sono i sistemi informativi con una percentuale del 57,6%.

Titoli di studio “introvabili”

Guardando ai titoli di studio, secondo le imprese alla ricerca di nuove risorse, risultano “introvabili” i laureati in ingegneria industriale, e quelli in elettronica e dell’informazione (rispettivamente le mancanze segnalate sono del 58,0% e del 52,8%). Non si trovano nemmeno i candidati con una istruzione tecnica superiore (più di un diplomato ITS su due, 52,6%, non c’è sul mercato) o con una formazione tecnica professionale (49,4%). Fra gli indirizzi di più difficile reperimento le imprese segnalano i diplomati in indirizzo elettrico (57,2%), indirizzo edile (54,8%) e indirizzo meccanico (53,1%).

Giovani, territori e contratti

Il 30% dei contratti è rivolto ai giovani con meno di 29 anni, soprattutto per le
professioni legate alla vendita, ristorazione e cura della persona, ma anche per i tecnici in campo informatico, ingegneristico e della produzione, gli specialisti in scienze informatiche, fisiche e chimiche e i tecnici amministrativi, finanziari e della gestione della produzione.

I territori in cui si prevede la maggiore richiesta di personale in ottobre sono le province di Milano, Roma e Torino mentre Novara, Cuneo e Belluno sono
quelle che offrono le maggiori opportunità ai giovani.

A trainare la domanda di lavoro di ottobre sono i contratti a tempo determinato con 282mila richieste, pari al 52,3% delle entrate programmate (+93mila
rispetto ad ottobre 2019), seguiti da quelli a tempo indeterminato con 89mila contratti, pari al 20,7% dei casi (poco distanti, -9mila, da quelli offerti nel mese di ottobre 2019).

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.