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Shock Borse con Brexit: Ftse Mib -10,5%. Chi salverà i mercati?

L'ottimismo che si era respirato fino alla tarda serata di ieri, confermato dalla chiusura sui massimi intraday di Wall Street, si è dovuto scontrare nel corso della notte con i primi risultati relativi al referendum svoltosi ieri in Gran Bretagna. Indicazioni che hanno trovato progressivamente una triste conferma nel corso del notte, fino a giungere al risultato finale che ha visto la vittoria dei favorevoli all'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea, con il 51,9% dei voti, rispetto al 48,1% raccolto dai contrari.

Le (Taiwan OTC: 8490.TWO - notizie) reazioni dei mercati alla vittoria dela Brexit

Immediate le ripercussioni sui mercati finanziari a partire da quelli valutari che vedono la sterlina in caduta libera nei confronti delle principali valute, tanto da registrare un crollo sui minimi dal 1985.
L'euro arretra pesantemente nei confronti del dollaro, quotando poco sopra area 1,11, mentre il dollaro sprofonda contro lo yen scendendo poco sotto area 103 dopo aver lambito il livello psicologico di quota 100.

Si impennano le quotazioni dell'oro che viene riscoperto come bene rifugio e basta al di sopra dei 1.315 dollari l'oncia, mentre il petrolio scivola a ridosso di area 48 dollari al barile.
Questo scenario risk-off si riflette pesantemente sulle Borse che hanno visto il Nikkei 225 lasciare sul parterre quasi otto punti percentuali.
Pesante anche il bilancio dei mercati europei che vedono il Ftse100 arretra del 5,47%, mentre il Dax30 e il Cac40 accusano un ribasso rispettivamente del 6,83% e dell'8,28%.

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Piazza Affari ko con i bancari

La performance peggio è quella di Piazza Affari che ha visto il Ftse Mib cadere fino all'area dei 15.850. Da questo livello si è avuto un parziale recupero che vede ora le quotazioni in area 16.000, con un affondo del 10,87%.
Il panico è dimostrato anche da un avvio delle contrattazioni a singhiozzo visto che l'indice ha segnato inizialmente un ribasso teorico di quasi il 15% e molti titoli non sono riusciti a fare prezzo.

Le vendite si scatenano sui titoli del settore bancario che segnano tutti ribassi a due cifre con Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) , Banca Popolare dell'Emilia Romagna, Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) , Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) in caduta di quasi il 20%.
Si difendono un po' meglio Banca Monte Paschi e Ubi Banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) che lasciano sul parterre entrambi quasi il 14%.

Sotto scacco anche gli assicurativi con Unipol (Dusseldorf: 18319160.DU - notizie) e Generali (EUREX: 566030.EX - notizie) in caduta del 16% e del 14%, seguiti da UnipolSai (Amsterdam: UQ8.AS - notizie) che perde l'11%.
Tra i titoli che riescono a contenere le perdite al di sotto del 5% troviamo STM, Terna (Amsterdam: TX6.AS - notizie) , Recordati (Londra: 0KBS.L - notizie) , Campari (Milano: CPR.MI - notizie) , Salvatore Ferragamo (Londra: 0P52.L - notizie) e Luxottica (Milano: LUX.MI - notizie) .

La vittoria del fronte Brexit sta seminando il panico tra gli investitori e a complicare le cose contribuisce lo stretto margine di scarto rispetto ai sostenitori del Remain.
Secondo Asmara Jamaleh, economista mercati valutari di Intesa Sanpaolo, aumentano le incertezze per i negoziati di Londra con l'Unione europea e si allungano i tempi sull'effettiva uscita del Regno Unito.

La Brexit non è un cigno nero: ora si spera nelle Banche Centrali

Qualcuno prova a gettare acqua sul fuoco come nel caso degli analisti di Berenberg secondo cui la decisione sulla Brexit, per quanto rappresenti uno shock per i mercati, non rappresenta un cigno nero.
Una minaccia del genere del resto è stata discussa a lungo negli ultimi sei mesi dai policy maker e ora i mercati si aspettano che le banche centrali offrano tutto il sostegno necessario per prevenire ogni eventuale scarsità di liquidità nel sistema finanziario.

Al momento non è arrivata alcuna decisione ufficiale, ma la Bank of England e la Bank of Japan hanno già confermato questa mattina di essere pronte ad usare linee di liquidità per assicurare la stabilità dei mercati finanziari.
Gli analisti di MPS Capital Services prevedono che il prossimo fine settimana sia denso di incontri straordinari e di consultazioni a livello governativo e di Banche Centrali. Gli esperti ipotizzano come prima reazione delle linee di liquidità, prima di eventuali ulteriori manovre.

A credere in un intervento da parte delle Banche Centrali è anche Giordano Lombardo, CEO e Group CIO di Pioneer Investments, secondo cui gli Istituti centrali metteranno in campo da subito tutte le misure necessarie per stabilizzare i mercati finanziari.

A detta di Brunello Rosa di Roubini Global Economics, lo scenario diventerà tanto più negativo quanto più tempo impiegheranno le Banche Centrali ad accordarsi su una strategia comune di intervento, al di là delle misure spot che saranno adottate.
L'esperta ritiene che un freno alla caduta dei mercati potrà arrivare anche dalle indicazioni dei politici circa la tempistica per la ricerca di un accordo.

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