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Squinzi a Letta: risposte il 19 o ci appelleremo a Napolitano

Il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi continua ad incalzare l'esecutivo Letta affermando oggi che in mancanza di risposte entro il 19 febbraio sul fronte delle riforme economiche l'associazione degli industriali si appellerà al capo dello Stato. Se il premier, che è atteso in Viale dell'Astronomia il 19 febbraio per partecipare al direttivo dell'associazione, si presenterà senza proposte convincenti, "non ci resterebbe altro che appellarci a [Giorgio] Napolitano", ha detto Squinzi parlando a Mix24, la radio del Sole24ore, aggiungendo che il presidente della Repubblica "nella sua grande saggezza prenderà le decisioni giuste". Nei giorni scorsi il numero uno di Confindustria aveva criticato nettamente l'apatia del governo sul fronte delle riforme economiche dinnanzi al "grido di allarme degli imprenditori". Dal canto suo Letta l'aveva invitato ad evitare il "disfattismo" richiamando piuttosto gli imprenditori a sostenere gli sforzi per la crescita del Paese. "Più che un disfattista credo di essere realista", ha commentato oggi alla radio Squinzi. Ieri, un incontro tra i due a Palazzo Chigi è stato comunicato con una secca nota del governo senza aggiungere dettagli. "Ci siamo spiegati - racconta oggi il leader degli industriali - gli ho presentato le nostre priorità che devono essere realizzate in tempi strettissimi". La prima reazione governativa alle parole di Squinzi viene dal sottosegretario al Tesoro Pierpaolo Baretta: "La bisaccia la stiamo riempiendo ogni giorno". "Si può sempre disquisire se sia abbastanza piena. Ma noi abbiamo pagato 22 miliardi su 40 di debiti della Pa, messo nella legge di Stabilità cifre importanti per imprese e lavoro, il presidente del Consiglio è tornato dal Golfo con importanti investimenti. La strada va favorita, non ostacolata", ha detto Baretta a margine di un convegno. In un editoriale di ieri sul Sole24Ore, organo di stampa di Confindustria, si lamenta una situazione dell'economia "drammatica". "La domanda interna resta a livelli storicamente bassi. L'occupazione non dà alcun segnale di ripresa. Credit crunch e pressione fiscale allontanano ogni ipotesi di ripresa degli investimenti", si legge. Di fronte a questa realtà, accusa l'editoriale, "di riforme strutturali non si parla più, le semplificazioni sono restate sulla carta, la cabina di regia sulle crisi aziendali è al palo, il decreto attuativo del fondo di garanzia per le Pmi attende da giugno la pubblicazione in Gazzetta, quello per gli incentivi fiscali alle start up aspetta addirittura da 16 mesi". A far pressione sull'esecutivo Letta, in questi giorni, non solo Confindustria sul fronte delle politiche economiche ma anche chi chiede, come Ncd e Scelta civica, che il governo sia oggetto di un rimpasto dopo l'uscita di alcuni ministri - da ultima l'ex Pdl Nunzia De Girolamo. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia