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"Sulla salute no al Bar Sport. La trasmissione del '97 sulla lotta contro il cancro non la rifarei"

Enrico Mentana (Photo: Ansa)
Enrico Mentana (Photo: Ansa)

“Siamo nel pieno della fase più calda della pandemia. O remiamo tutti nella stessa direzione o il contagio ci sovrasterà nuovamente”. Enrico Mentana spiega a La Repubblica i motivi per cui ha sentito l’esigenza di pubblicare un post in cui specificava di “non aver mai invitato NoVax nei miei tg”.

“Non ce l’ho con nessuno in particolare. Non sono l’arbitro della partita, sono un giocatore anch’io, e queste sono semplicemente le regole che mi sono dato nel telegiornale che dirigo”

Sicuramente non si riferisce a Cacciari che secondo il giornalista

“pone dei problemi di costituzionalità, i suoi sono argomenti che hanno dignità nella discussione pubblica, anche se personalmente non li condivido”

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Poi specifica:

“Il rapporto del Censis di ieri ci fotografa una realtà della società molto meno allineata rispetto alle indicazioni della scienza. La televisione oggi è il campo della contrapposizione delle idee. Bisogna porsi dei limiti, però”

I limiti consistono nel “non far dialogare un super esperto, che ha studiato per vent’anni, con un fenomeno da baraccone che ha letto quattro cose online”. Poi ammette:

“Nel 1997 con Maurizio Costanzo feci una trasmissione in prima serata in cui mettevo a confronto il metodo tradizionale di lotta al cancro con quello del professor Di Bella. Fu un successo. Ma fu anche una cosa estremamente sbagliata, che non rifarei”

Questo articolo è originariamente apparso su L'HuffPost ed è stato aggiornato.