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Tangenti Congo, Gozzi ribadisce innocenza, non esclude dimissioni da Federacciai

Antonio Gozzi in una immagine di archivio. REUTERS/Francois Lenoir (Reuters)

MILANO (Reuters) - Il presidente di Federacciai Antonio Gozzi, coinvolto in un'inchiesta belga che ipotizza il reato di corruzione internazionale in Congo, non esclude di lasciare il suo incarico malgrado ribadisca con fermezza la propria estraneità ai fatti contestati dalla procura di Bruxelles, relativamente al presunto pagamento di tangenti. In una conferenza stampa convocata a Milano, dopo essere stato arrestato lunedì scorso in Belgio e scarcerato a distanza di 72 ore, Gozzi - AD per l'Europa del gruppo siderurgico Duferco - ha spiegato che al consiglio direttivo di Federacciai già previsto per martedì prossimo chiederà "di pronunciarsi sull'opportunità che io resti presidente". Anche per quanto riguarda il suo ruolo in Duferco, non direttamente coinvolta nel caso, Gozzi ha sottolineato di "non escludere affatto conseguenze per la mia attività", oltre a "un potenziale danno reputazionale". "Dobbiamo fare chiarezza, se ci saranno decisioni da prendere le prenderò", ha spiegato. Parlando con i giornalisti, Gozzi ha ripercorso l'intera vicenda relativa al cosiddetto "affaire Kubla", per prima cosa ribadendo la propria "totale estraneità ai fatti". "Non ho mai corrotto nessuno e sopratutto Duferco è completamente estranea all'intera vicenda", perché l'operazione riguarda il patrimonio personale di investitori privati, tra cui alcuni azionisti della società. Il manager ha spiegato di essere stato convocato dalla polizia belga per essere ascoltato e di essersi trovato ammanettato ancora prima di incontrare il magistrato. Ha definito il suo arresto "completamente ingiustificato", perché non c'era pericolo di fuga né di reiterazione del reato. "Dopo tre giorni di interrogatorio non ho ancora capito l'accusa, chi avrei corrotto, dove e quando". "E' uno dei più importanti errori della mia carriera", ha aggiunto, "voglio che l'opinione pubblica capisca come sono andate le cose ed eventualmente che sono un coglione. Quello che ho capito è che non bisogna mai spingersi fuori dal proprio businness e che il richiamo che ha l'Africa va affrontato con estrema prudenza". I fatti risalgono alla fine del 2010, quando Gozzi viene incaricato da alcuni investitori di portare avanti un progetto industriale "sulla carta molto profittevole" - presentato da Serge Kubla, ex ministro dell'Economia della Vallonia - legato al gioco d'azzardo. "Io ho incaricato altre persone, non sono mai stato in Congo e non conosco congolesi", precisa Gozzi. "Mai decisione fu più sbagliata, anche perché l'operazione si è trasformata in un disastro per gli investitori". Il progetto infatti "non è arrivato da nessuna parte" e ha implicato perdite per 10 milioni di dollari. (Ilaria Polleschi) Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia