L'età non conta: così i medici scelgono chi salvare. La rivelazione
Si chiama “Decisioni per le cure intensive in caso di sproporzione tra necessità assistenziali e risorse disponibili in corso di pandemia da Covid-19” ed è un documento destinato a far parlare. Nel testo si leggono i criteri che i medici, gli anestesisti in particolare, dovrebbero seguire nel caso in cui dovessero trovarsi a scegliere chi ricoverare prima in terapia intensiva.
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Il protocollo, messo a punto dalla Società italiana di anestesia analgesia rianimazione e terapia intensiva e dalla Società italiana di medicina legale e delle assicurazioni, è riportato dal Messaggero.
“Fermi restando i principi costituzionali si rende necessario ricorrere a scelte di allocazione delle risorse”, si legge nel testo. In particolare, si dovrà accertare chi “potrà con più probabilità o con meno probabilità superare la condizione critica con il supporto delle cure intensive”. Quindi, l’età non è più il solo criterio.
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La presidente della Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva Flavia Petrini ha spiegato: “Lo scenario in cui ci siamo trovati a marzo sta purtroppo tornando attuale con un'intensità e una durata ancora non quantificabili. Per questo si è lavorato sui criteri di scelta di fronte a una eventuale mancanza di letti in terapia intensiva”.
“Ci sono situazioni - ha aggiunto - in cui è impossibile trattare tutti. In questi casi la sola etica ippocratica risulta insufficiente. Occorre applicare il triage. E come ogni atto medico deve basarsi innanzi tutto sui criteri di appropriatezza e proporzionalità”.