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Trump: America crescita recessiva!

Affascinante davvero affascinante quanto la gente comune, il popolo qualunque abbia la memoria corta!

Per mesi, economisti, editorialisti, giornalisti qualunque hanno bombardato i media, prospettando miracoli economici con l’avvento di Trump, esplosioni inflattive ovunque, la fine del mercato obbligazionario, lo scoppio della bolla del secolo.

Nell’ultimo Beige Book della Fed si legge che il rilazo dell’inflazione è deludente, che le pressioni sull’inflazione, rimangono modeste, con i prezzi di vendita che sono saliti solo “leggermente” rispetto alla precedente relazione.

In un colpo solo pure le aspettative di inflazione si sono eclissate ai livelli del novembre dello scorso anno.

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Ieri pure Draghi ha dovuto ammettere che non c’è nulla da fare in una deflazione da debiti…

Draghi: vogliamo inflazione più alta in tutti i Paesi Eurozona

Siamo fiduciosi, bla, bla,bla, la ripresa si sta rafforzando, bla, bla, bla, ma però…

Le pressioni a livello di inflazione di base restano «deboli». Da qui, la valutazione che l’Eurozona «ha ancora bisogno di un elevato livello di accomodamento monetario».

Prima di pensare a una normalizzazione della politica monetaria è necessario che l’inflazione sia al livello desiderato dalla Bce, vicina ma inferiore al 2%, «per tutta l’Eurozona e non per un solo Paese» ha detto il presidente della Bce, riferendosi al forte divario nell’andamento dei prezzi fra Paesi come la Germania e altri. Draghi ha spiegato che l’inflazione dovrebbe mostrare una convergenza «durevole» verso il livello desiderato e «restarci sulle proprie gambe». (…) La Bce ha anche affermato che se le prospettive dell’economia peggioreranno, il programma di acquisti di Bond previsto dal piano di quantitative easing può essere rafforzato in termini di volume degli acquisti e prolungato anche oltre la scadenza attualmente stabilita a dicembre 2017. L’Eurotower, intanto, ha fissato a 60 miliardi di euro mensili il piano di acquisti fino a fine dicembre, ricordando che in ogni caso il Qe andrà avanti, finchè l’inflazione non mostrerà un ritmo di crescita verso l’obiettivo vicino al 2 per cento.

Bene, fin qui nulla di nuovo, milioni di polli hanno perso l’ennesima occasione per imbottirsi di reddito fisso in questi mesi. Da notare che abbiamo anticipato chiunque prospettando già in tempi non sospetti, a gennaio dello scorso anno il volo dell’Araba Fenice, l’ultimo canto del cigno nero, l’attuale ultimo rialzo azionario.

Ieri è caduto anche l’ultimo bastione della serità, anche il premio Nobel, Robert J Shiller si è accodato alle sirene dei mercati, prospettando che i mercati azionari continueranno a salire nei prossimi anni, piano, piano, lentamente, suggerendo di lasciare l’America per puntare sull’Europa. Sono curioso di osservare nei prossimi anni, se riusciremo a sfatare la leggenda di Shiller, andando per l’ennesima volta controcorrente anche sui suoi suggerimenti.

Sino ad ora abbiamo avuto ragione noi, la deflazione da debiti è qui per restare a lungo, tuttte le illusioni sulla crescita economica con questo livello di debito vanno abbandonate e serve realismo e pragmatismo.

Credetemi mi sto rigirando dalle risate a pensare ai commenti e alle analisi di gestori, analisti, economisti che negli ultimi tempi suggerivano la fine del mercato obbligazionario, del reddito fisso, un gregge di ignoranti che pascola in giro per le torbe dell’investimento, prospettando inflazione da ormai sei anni, gente che non ne ha indovinata una, gente che si muove in gregge appunto, che sa solo riportare come tanti pappagalli i report dei loro uffici studi.

Ieri l’ennesimo colpo all’economia americana, ordini durevoli estremamente deboli e rimanenze di magazzino, riviste pesantemente al ribasso.

Wholesale Inventories [Advance]

Released On 4/27/2017 8:30:00 AM For Mar(p) 2017

Prior Prior Revised Actual

M/M % change 0.4 % 0.2 % -0.1 %

A questo punto cambia anche la mia visione, non più una crescita del 0,7% ma la nostra previsione è di un dato intorno allo 0,4%, proviamo ad essere più ottimisti degli analisti di JPMorgan che ieri hanno rivisto al ribasso le loro stime per oggi al 0,3 % e della Fed di Atlanta che prospetta un’ecatombe del Pil con una crescita per il primo trimestre stimata intorno al 0,2%!

Poi si sa, i dati in America, sono quello che sono, escono come vogliono, ma alla fine la realtà torna sempre inesorabile.

Viene da sorridere o meglio da chiedersi cosa fumano nelle stanze della Federal Reserve quando si ritrovano per formulare le loro aspettative di altri tre rialzi dei tassi suggerendo un’economia in buona salute, in continuo rafforzamento, ma in fondo è quello il loro compito, stimolare la fantasia di popoli depressi che devono fare i conti con i loro debiti.

Trump giusto per non sbagliarsi, visto che sa benissimo che l’economia americana è arrivata alla fine del ciclo, continua a ribadire che una guerra preventiva con la Corea del Nord è inevitabile.

Autore: Andrea Mazzalai Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online