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Trump dichiara guerra ai social (compreso Twitter)

L’uso compulsivo e spesso azzardato che Donald Trump ha fatto e continua a fare, di Twitter (Francoforte: A1W6XZ - notizie) , ha indotto molti a pensare ad un suo freudiano amore-odio verso il mondo dei social.

Il mondo social

Odiato a causa delle fake news spesso pubblicate (e spesso a lui contrarie), amato perchè proprio attraverso i social lui si esprime con bordate che hanno costretto lo stesso Twitter a cambiare le regole della censura. Inoltre sempre attraverso i social, Mosca parrebbe essersi intromessa nella campagna elettorale che ha portato il miliardario alla Casa Bianca. Questa almeno il nuovo filone d’indagine su cui stanno lavorando gli investigatori e che ha portato il Congresso a chiedere un’audizione privata agli esponenti dei maggiori social, primo fra tutti Mark Zuckerberg con il suo Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) . Quest’ultimo, ascoltato a porte chiuse nei giorni scorsi, ha ammesso di aver scoperto durante un’indagine interna, diverse migliaia di account falsi.

I sospetti

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Per questo motivo Facebook ha consegnato il contenuto di diversi messaggi a carattere politico veicolati attraverso l’acquisto di pubblicità sulla piattaforma. Stando alla ricostruzione della stampa, questi messaggi avevano lo scopo di aumentare le tensioni sociali e razziali in modo da ledere gli interessi politici di Hillary Clinton e favorire il suo avversario, Trump. Il prossimo appuntamento è fissato il primo novembre quando ad ascoltare i vertici di Facebook (Swiss: FB-USD.SW - notizie) , Twitter e Alfhabet (Google)sarà invece la commissione intelligence del Senato americano per cercare di chiarire i fatti contestati.

Le tasse

I tempi si fanno duri per i big della Rete anche sul fronte fiscale. L'Europa ha infatti dichiarato guerra ai grandi nomi di Internet ai quali chiede di regolarizzare i versamenti per i profitti generati nel Vecchio Continente. Se il mondo digitale corre e con lui anche i nuovi modi per monetizzare, la legge deve stare al passo e, quando non ci riesce, imporsi. E' quello che hanno pensato i leader politici di Germania, Francia, Italia e Spagna (rispettivamente Merkel, Macron, Gentiloni e Rajoy), i quali, in una lettera alle multinazionali, chiedono esplicitamente una profonda revisione dell'attuale sistema di tassazione, per assicurare un fisco efficiente, equo e trasparente". Lo scopo della missiva è quello di far pagare l'Iva sulle transazioni e tassare i profitti. Il problema, invece, si pone quando le aziende, non vendendo beni fisici, per farlo non hanno nemmeno la necessità di avere una presenza sul territorio di vendita.

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