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Uber è razzista: per i neri corse cancellate

A photo illustration shows the Uber app logo displayed on a mobile telephone, as it is held up for a posed photograph in central London, Britain October 28, 2016. REUTERS/Toby Melville/Illustration

Bisognerebbe fare la prova. Se cerchi un’auto con conducente, Uber per intenderci, se sei bianco avrai il doppio delle possibilità rispetto ad un afroamericano di fare la corsa. Discriminazione? Si è parlato di “razzismo sistemico” sul Washington Post che ha preso in esame 1.500 richieste transitate sulla piattaforma Uber. Il risultato è che i conducenti guardano il cognome e se pensano che appartenga ad un afroamericano annullano la corsa e tanti saluti.

La frequenza è doppia. Nel senso che se il conducente ritiene che il cognome possa appartenete ad un nero, annulla la corsa, due volte più frequentemente che con un bianco. L’inchiesta mostra come i “black people” sono costretti ad attese più lunghe, di circa il 35 per cento rispetto ai cittadini bianchi. La verifica ulteriore l’hanno fatta le università. Tre atenei, incuriositi dallo studio del National Bureau, pubblicato dal Washington Post, hanno deciso di fare esperimenti sul campo. La Standford University, l’Università di Washington e il Mit hanno condotto due esperimenti distinti sul campo. Il primo a Seattle, l’altro a Boston. Gli esiti sono simili. A Seattle gli afroamericani devono pazientare: tempi più lunghi del 30 per cento. A Boston i clienti neri di Uber si trovano il 10,1 per cento delle corse annullate, contro il 4,9 per cento dei bianchi.

“La discriminazione non ha spazio nella società e non ha spazio in Uber”, ha detto l’azienda in un comunicato. Il responsabile per le attività del Nord America di Uber, Rachel Holt, ha aggiunto: “Noi pensiamo che Uber contribuisca a ridurre le ineguaglianze nei trasporti. Certo, studi come questi sono utili per capire cosa possiamo fare per migliorare il servizio”. Per esempio non discriminare i clienti in base al cognome.

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