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Ucciso il fratellastro del nordcoreano Kim Jong-un

Forse non è una spy story ai livelli di James Bond ma sicuramente quello che è accaduto al fratellastro del leader nord coreano Kim Jong-un è sufficiente per far partire in quarta più di un romanzo. Peraltro solo teorico.

La storia

Da tempo la Nord Corea è nelle mani di quella che è a tutti gi effetti una vera e propria dinastia dittatoriale, e che è arrivata alla terza generazione con l’ultimo dei suoi rappresentanti, il giovane Kim Jong-un sui cui metodi di governo la stampa internazionale ha avuto più di un esempio. Negativo. L’ultimo in ordine di tempo potrebbe essere quello dell’uccisione del suo fratellastro, Kim Jong-nam in un aeroporto di Kuala Lumpur, Malesia. Primogenito del precedente dittatore, Kim Jong-il, nato da una relazione extramatrimoniale con l’attrice sudcoreana Sung Hae-rim, era stato immediatamente designato come erede del sanguinario assolutista. A cambiare le sorti dell’uomo, della nazione e forse, della storia di Pyongyang sembrerebbe essere stata la sua volontà di portare il figlio a vedere Disneyland: scoperto nel tentativo di fuga già all’aeroporto di Toky a causa di un passaporto falso, fu prima diseredato, quindi esiliato dal padre a Macao. Mistero da allora non solo sui suoi movimenti in giro per il continente asiatico ma anche sul ruolo che avrebbe ricoperto e ancora di più quello che avrebbe potuto ricoprire. Infatti, per quanto la formazione familiare avesse forgiato in maniera decisiva la mentalità dell’uomo, la sua permanenza all’estero, prima per gli studi in Giappone (altra coincidenza?) poi per l’esilio forzato, aveva permesso almeno di smussare i lati più estremi del suo pensiero politico.

I sospetti

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Per questo motivo in molti credono che stesse lavorando con il fratellastro per riuscire, in qualche modo, a rendere Pyongyang meno chiusa agli occhi del mondo. Un passo falso potrebbe essere stato quello fatale? Per il momento sono solo ipotesi. Le pochissime notizie che si hanno sul suo conto dipingono l’uomo come intenzionato a portare la Nord Corea sulla strada delle riforme e, quindi verso una graduale apertura all’occidente. Apertura che, forse, non era molto ben vista dal fratello minore e a capo della nazione. Su di lui, visti i precedenti, cadono i primi sospetti (movente su tutti), sospetti che aumentano per il tempismo degli avvenimenti: l’assassinio di Kim Jong-nam, avvenuto a causa di un avvelenamento, si verificava in contemporanea alla visita negli Stati Uniti del premier giapponese Shinzo Abe. Non solo, ma sempre nelle stesse ore, proprio Pyongyang confermava il lancio dell’ennesimo missile nucleare caduto, guarda caso, proprio nelle acque del Mar del Giappone. L’ennesimo ma anche il più tecnologicamente avanzato, ovvero quello che potrebbe, qualora gli eventi dovessero degenerare, arrivare a colpire e distruggere una città come Hong Kong.

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