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Ue, Italia e Grecia contro blocco paesi Est in disputa su migranti

BRUXELLES (Reuters) - Il tiro alla fune nell'Unione europea sulle modalità di condivisione del peso dell'assistenza dei richiedenti asilo non è finito, ha detto con chiarezza il ministro degli interni slovacco, dopo sei mesi di vani tentativi di superare le divergenze tra Stati membri. I governi dell'Europa centro-orientrale, contrari ad accogliere i rifugiati, sono ai ferri corti con quelli dei paesi in prima linea come la Grecia e l'Italia, dove sono arrivati quasi tutti i 350.000 migranti che hanno raggiunto le coste europee quest'anno. "E' molto importante ci sia un accordo comune, cosa che ora non c'è", ha detto il ministro slovacco Robert Kalink, arrivando a Bruxelles per presiedere l'ultimo consiglio dei ministri degli Interni sotto la presidenza di turno del Paese. "Dobbiamo lavorare di più con i nostri paesi polacchi e ungheresi, e anche greci ed italiani sulll'altro fronte", ha aggiunto. L'arrivo incontrollato negli ultimi due anni di circa 1,4 milioni di rifugiati e migranti, molti in fuga da conflitti come quello siriano, ha innescato un'aspra lotta intestina nell'Ue sulle modalità di gestione del fenomeno. Le divergenze riguardano le modalità con cui i paesi lontani delle principali rotte migratorie dovrebbero aiutare i membri Ue sulla linea del fronte, come la Grecia e l'Italia. Anche Germania, Svezia ed Austria, che sono i paesi più ricchi e dunque le destinazioni predilette dai migranti, desiderano un qualche schema di ricollocamento per distribuire le persone in maniera più uniforme. Ma il blocco dei paesi orientali, che comprende Polonia, Slovacchia e Ungheria, si è del tutto rifiutato di farsi carico di richiedenti asilo, affermando che facendo entrare musulmani metterebbe a rischio la tenuta delle loro società. I paesi dell'Est si oppongono all'adempimento delle richieste di Bruxelles, che ha guidato gli sforzi per stabilire delle quote redistributive. L'Italia si è scagliata duramente contro la posizione dei paesi dell'Est e ha minacciato di blocare qualsiasi ulteriore lavoro sui bilanci Ue, che normalmente riversano miliardi di fondi alla Polonia e ai paesi vicini, per permettere agli ex membri del blocco comunista di colmare il divario con i partner occidentali. "Non sappiamo cosa ci riservi il futuro, ma è molto importante essere pronti ed avere una politica di asilo comune", ha detto Dimitris Avramopoulos, commissario Ue all'immigrazione. I ministri degli Interni Ue discuteranno oggi del problema ma ci sono pochi segnali sulla loro capacità di trovare una soluzione condivisa. (Gabriela Baczynska) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia