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Ue, Pil Italia 2015 verso timido 0,6%, balzo inflazione 2016 con stretta Iva

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Francois Lenoir

MILANO/BRUXELLES (Reuters) - Il quadro non è molto diverso da quello dipinto tre mesi fa con le stime d'inverno: a parere della Commissione europea per la congiuntura italiana si prospetta una ripresa che resta "graduale", mentre il grado di ottimismo sull'intera zona euro continua a crescere.

Un possibile aggravio sui conti pubblici, dall'inevitabile ricaduta sulla crescita, potrebbe anche arrivare come un fulmine a ciel sereno dalla bocciatura della Consulta al mancato adeguamento all'inflazione delle pensioni superiori a 1.500 euro nel biennio 2012-2013.

I numeri messi nero su bianco dalle odierne 'stime di primavera' parlano da sé. Particolarmente eloquenti le proiezioni sul Pil, nel caso dell'Italia ferme a 0,6% quest'anno e aggiustate al rialzo di un solo decimo sul prossimo, che passa a 1,4% dall'1,3% ipotizzato a febbraio.

Confontando le grandezze, la stima sulla zona euro passa a 1,5% da 1,3% sul 2015, attestandosi a 1,9% nel 2016.

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Il titolo del rapporto dedicato all'intera zona euro parla infatti di una ripresa spinta da "vento in poppa", contro la "graduale" che si profila per l'Italia.

Locomotiva del recupero è nel caso della zona euro soprattutto la domanda interna quest'anno e il rilancio degli investimenti il prossimo, mentre al modesto 0,6% italiano del 2015 contribuirà in primo luogo il canale esportazioni, favorito dal deprezzamento del cambio.

Da esportazioni e investimenti dovrebbe arrivare la spinta che porterà il 2016 a una crescita di 1,4%.

Bruxelles osserva anche come l'effetto 'qe' Bce sia in generale positivo per i paesi in condizioni creditizie più sfavorevoli - come l'Italia - ma come "in alcuni Paesi membri, 'buffer' di capitale relativamente modesti ed elevato livello delle sofferenze bancarie possono ridurre gli effetti positivi delle misure espansive Bce".

CONTI PUBBLICI, DEBITO IN CALO DA 2016, INCOGNITA CONSULTA

Passando ad esaminare i saldi di finanza pubblica, invariate le attese sul deficit nominale - 2,6% del Pil quest'anno, 2,0% il prossimo contro 2,6% e 1,8% del Def.

Il miglioramento rispetto a 3,0% del 2014 è attribuito al calo nella spesa per interessi parallelo a un lieve miglioramento dell'avanzo primario.

Dopo il 132,1% dell'anno scorso, il debito dovrebbe toccare un picco a 133,1% quest'anno - 0,5% di Pil le previste entrate da privatizzazioni - per avviare la discesa dal prossimo, 130,6% da 131,9% delle attese Ue di febbraio e 130,9% del Def.

"Sappiamo che le autorità italiane stanno valutando la sentenza della Corte Costituzionale e questo può certo avere un impatto in termini di finanze pubbliche, ma sta alle autorità italiane di stabilire quali misure servirà adottare per compensare le perdite eventuali" si limita a commentare con la stampa il responsabile agli Affari economici e monetari Pierre Moscovici.

PREZZI FERMI IN 2015, BALZANO IN 2016, LIEVE RIALZO OCCUPATI

Interessante poi osservare la dinamica prevista per il costo della vita, che viaggia in parallelo a quello della zona euro.

La stima sulla media di inflazione è pari a 0,2% quest'anno (0,6% la previsione di febbraio) ma balza a 1,8% il prossimo, tre decimi oltre le attese precedenti, tenendo conto di un aumento nei prezzi delle importazioni e della stretta sull'Iva prevista dalla clausola di salvaguardia per i conti 2016.

Un ultimo accenno va alla disoccupazione. Dopo gli ultimi scoraggianti dati Istat di marzo, Bruxelles vede un tasso stabile a 12,4% nel biennio 2015/2016 rispetto a 12,8% e 12,6% delle stime d'inverno.