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Legge Stabilità, per Renzi "naturale" dialettica con Ue, no diktat

Il premier Matteo Renzi. REUTERS/Alessandro Garofalo (Reuters)

di Roberto Landucci ROMA (Reuters) - Il premier Matteo Renzi ha chiamato oggi "naturali" i possibili rilievi che saranno mossi dalla Commissione europea uscente alla legge di Stabilità, ma ha aggiunto di attendersi maggiore coraggio sul rilancio dell'economia continentale dall'esecutivo che dovrebbe insediarsi a Bruxelles nel prossimo mese. "In queste ore, a fronte di rilievi sempre fatti rispetto alla legge di Stabilità, si dice 'arriva la lettera della Ue' che evoca chissà quali procedure, messaggi o minacce. Ma questo è naturale come è naturale che l'Italia sia protagonista senza diktat esterni", ha detto Renzi al Senato nelle sue comunicazioni sul Consiglio europeo del 23 e 24 ottobre. Già oggi potrebbe arrivare una lettera della Commissione sul documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles, il che suggerirebbe che l'Italia sia in violazione dei suoi obblighi di bilancio. La Commissione ha stabilito per l'Italia una correzione strutturale del deficit pari allo 0,7% del Pil nel 2015, mentre il governo Renzi ha concesso solo lo 0,1%, destinando oltre 11 miliardi di nuovo deficit per politiche anticicliche. Il governo ha anche detto di avere risorse aggiuntive di 3,4 miliardi per correggere l'indebitamento. Altro Paese a rischio di grave inadempienza è la Francia che ha indicato al 4,3% del Pil il deficit nominale 2015 contro il tetto Ue del 3%. In realtà, riferiscono fonti europee, le consultazioni tra Bruxelles e i due Paesi europei sono già iniziate, il che rappresenta la condizione per poter eventualmente considerare l'Italia e la Francia in seria violazione delle regole Ue sul bilancio con un'opinione Ue da pubblicare entro il 29 ottobre. "Tra la Commissione e il governo c'è in corso un dialogo approfondito", ha detto a Reuters il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Sandro Gozi. "Non credo che la Commissione possa rilevare inadempienze così gravi da esprimere un parere negativo", ha aggiunto. Secondo una fonte governativa italiana, l'esecutivo Ue potrebbe accontentarsi di una soluzione di compromesso circa l'impegno correttivo del deficit strutturale. "La Commissione potrebbe alla fine chiedere all'Italia di innalzare l'aggiustamento strutturale allo 0,25% del Pil" con uno sforzo supplementare di 0,15 rispetto al programma di governo, ma ben lontani dalla richiesta iniziale dello 0,7%. "Si starebbe comunque dentro la riserva dei 3 miliardi annunciati da Renzi e (il ministro dell'Economia Pier Carlo) Padoan al varo della legge di Stabilità per coprire eventualità di questo tipo", ha aggiunto la fonte. Finora l'esecutivo Ue non ha mai respinto il progetto di bilancio di uno Stato membro e una decisione in tal senso allargherebbe la distanza tra i Paesi che, come Italia e Francia, vogliono politiche europee espansive e quelli, come la Germania, che prediligono l'austerity. Per questo il vertice dei capi di stato e di governo di domani e venerdì in Belgio rischia di diventare il summit delle leggi di stabilità mentre in agenda ci sono ufficialmente il pacchetto clima, ebola e il rilancio di economia e occupazione. "Si cercherà di capire quale sarebbe la reazione della Germania ad un eventuale via libera da parte della Commissione", ha detto oggi una fonte Ue. Da Berlino hanno comunque escluso che il deficit francese possa essere discusso nella due giorni di Bruxelles. Un eventuale contenzioso con la Commissione sarebbe concluso dal nuovo esecutivo comunitario, presieduto da Jean-Claude Juncker, che oggi ha ricevuto il via libera del Parlamento europeo e su questo punta gli occhi Renzi per un cambio di rotta nella politica comunitaria. "Le questioni principali oggetto della discussione con i partner europei, sollecitate e stressate dalla presidenza italiana, troveranno pieno compimento con la nuova commissione", ha detto il premier in Parlamento, sottolineando come il focus della politica economica a livello internazionale si stia spostando dal rigore nei conti pubblici alle politiche pro crescita. "Vorrei che le nuove istituzioni europee mostrassero un po' più di coraggio e orgoglio per la nostra appartenenza a questa comunità", ha aggiunto. Il premier ha già salutato come "una vittoria dell'Italia" il progetto di Juncker di destinare 300 miliardi di euro agli investimenti. "La più grande vittoria dell'Italia in Europa è di avere proposto e per alcuni versi imposto un piano di investimenti da 300 miliardi. E' il primo segno di attenzione non solo all'austerità e al rigore, ma anche a crescita e investimenti", ha detto Renzi. Sul sito www.reuters.it le altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia