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Valute rifugio sostenute in vista del discorso di Trump

NZD stabile nonostante l’obiettivo mancato della bilancia commerciale

di Arnaud Masset

Dall’ultima riunione della RBNZ, svoltasi l’8 febbraio, il dollaro neozelandese non è riuscito a recuperare lo slancio positivo. All’ultima riunione, infatti, la banca centrale ha sorpreso il mercato, prorogando un eventuale intervento di restringimento, interrompendo bruscamente la corsa del kiwi (NZD) iniziata a fine dicembre. Inoltre, la decisione di Donald Trump di rivelare finalmente i suoi piani per l’economia USA sta accentuando il rischio al ribasso della coppia, perché un rally dell’USD farebbe poi liquidare agli investitori i lunghi in NZD. In questo contesto di rendimenti bassi, gli investitori sono alla ricerca disperata di rendimenti più elevati, che la Nuova Zelanda è in grado di offrire.

A gennaio il kiwi ha compiuto un forte rally e quest’ondata non è stata priva di conseguenze per l’economia. A gennaio le esportazioni hanno superato le attese, salendo a 4,19 mld di NZD, rispetto ai 3,9 mld stimati, perché l’aumento dell’NZD ha dato maggiore potere d’acquisto ai consumatori locali. Stamattina la coppia NZD/USD si muove lateralmente, in vista dell’imminente discorso di Trump. Le aspettative del mercato sono molto elevate e crediamo pertanto che ora il rischio sia più inclinato al rialzo. Al ribasso, osserviamo un primo supporto a 0,7130 (minimo 21 febbraio), mentre al rialzo una resistenza giace a 0,7247 (massimo 23 febbraio).

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Impennata del KoF svizzero

di Peter Rosenstreich

Il barometro economico sosterrà ulteriormente il rafforzamento del CHF, rendendo molto più difficile il lavoro della BNS. A febbraio l’indicatore predittivo è aumentato di 5,2 punti, salendo a 107,2, ciò significa che l’economia svizzera crescerà a un ritmo più veloce del normale. Nonostante gli avvertimenti disperati sul brusco apprezzamento del CHF all’inizio del 2015, l’economia svizzera sembra aver resistito bene alla mancanza di competitività. È emblematico che il contributo maggiore sia venuto dall’industria manifatturiera, che dipende fortemente dalle esportazioni, per cui il livello della valuta dovrebbe essere cruciale per un miglioramento. Dai dati emerge un indebolimento della sensibilità alle valutazioni sul forex. In prospettiva, il miglioramento delle prospettive su crescita e inflazione consentirà alla BNS di essere più flessibile sul livello dell’EUR/CHF. La banca centrale continuerà a intervenire, ma l’intervento si limiterà ad addolcire e non invertire il trend. Continuiamo a considerare i corti sull’EUR/CHF come l’operazione principale per navigare nelle acque agitate provocate dall’imminente incertezza politica in Europa. Il supporto di base dell’EUR/CHF a 1,0632 fornirà un test chiave per gli operatori e per la BNS (fornendo informazioni sul livello di “sopravvalutazione” del CHF che la banca è disposta a tollerare).

Vendite al dettaglio giapponesi positive in un contesto di crescita delle retribuzioni assente

di Yann Quelenn

Lo yen continua ad apprezzarsi da quando, a dicembre, raggiunse i minimi da un anno. Tuttavia, negli ultimi dieci anni, la BoJ non è riuscita a stimolare l’economia e i dati fondamentali continuano a preoccupare. Ieri sera il dato sulla produzione industriale riferito a gennaio si è attestato al -0,8% m/m, a fronte delle stime positive dei mercati finanziari. Lo yen si sta rafforzando, sebbene, ironicamente, la sua economia sia fuori controllo. L’economia del Giappone è evidentemente un indicatore del rischio di mercato.

I banchieri giapponesi si aspettano ancora che la Fed alzi i tassi, in modo da togliere un po’ di pressione dall’economia. Tuttavia, poiché noi crediamo che la Fed non alzerà i tassi, rimaniamo prudenti perché una delusione è molto probabile. Sulle politiche economiche di Trump incombono forti incertezze.

Vale (Swiss: VALE.SW - notizie) inoltre la pena notare che le vendite al dettaglio sono aumentate per il terzo mese consecutivo, con un +0,5% m/m a gennaio (aumento dell’1% su base annua). Inoltre, a dicembre c’è stato un rallentamento della crescita delle retribuzioni, che dovrebbe poi riflettersi sulle vendite al dettaglio. La verità è che le retribuzioni non sono a livelli sufficienti per sostenere la ripresa economica, soprattutto sapendo che, una volta eliminata l’inflazione, la crescita delle retribuzioni per il 2016 sarà di fatto negativa.

Autore: Swissquote Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online