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E venne il giorno del risveglio dei tassi

E venne il giorno del risveglio dei tassi. Forse parlare di risveglio è prematuro, a fronte di una manciata di basis points distribuiti più o meno uniformemente sulle curve. Ma il movimento sui tassi, rilevante o meno che sia, sembra alla base della price action odierna sui risk asset.

L'altra sera, è finita in gloria a Wall Street, con l’S&P su di quasi un punto percentuale (+0.98%) e tutti e 4 i principali indici (S&P500, Dow, Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) , e Russell 2000) a segnare record storici simultaneamente. Una price action inequivocabile, anche se Sentimentrader.com ha notato che le precedenti occasioni in cui l’S&P è uscito tanto violentemente da un range cosi stretto (la bollinger band superiore, che misura 2 standard deviations dalla media a 20 giorni, è stata superata del 25%) i ritorni non sono stati eccezionali nel breve.

L’euforia a Wall Street, favorita dai progressi delle misure fiscali al Senato e dalla confidence degli americani, una volta di più non si è trasferita in maniera significativa alla seduta asiatica. A raffreddare il mood, nuovamente indiscrezioni circa l’intenzione delle autorità cinesi di tollerare una crescita più ridotta, al fine di ridurre gli sbilanci. Reuters ha riportato le dichiarazioni di un funzionario del banking regulator secondo cui l’economia cinese affronta rischi significativi che si materializzeranno l’anno prossimo. E domani abbiamo i PMI ufficiali di novembre….

Cosi (NasdaqCM: COSI - notizie) l’azionario cinese continua a faticare e a zavorrare l’area, anche se il solito recupero finale ha impedito a Shanghai di registrare un altra perdita. Tra gli altri principali indici positive solo Sydney e Tokyo, che ha performato assai bene a fronte del lancio del missile di Kim nel mare giapponese e delle retail sales di ottobre deludenti.

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Diversamente dall’Asia, l’azionario europeo ha beneficiato dello strappo di Wall Street, aprendo in positivo per puntare verso la citata resistenza in area 3620 di Eurostoxx, trainato, per una volta, dal settore bancario, che ha reagito positivamente ai primi segnali di rialzo dei rendimenti. Eventualmente, può aver aiutato il balzo dell omologo settore US ieri sera, dopo che Powell aveva lasciato intendere ulteriore deregulation.

Gia, perchè stamattina, complici dei dati di CPI dagli stati tedeschi in aggregato superiori alle attese (alle 14 il dato nazionale di novembre sorprenderà in positivo) , improvvisamente le curve europee sono sembrate uscire dal letargo, e i finanziari hanno apparentemente annusato subito il movimento.

Al movimento sui tassi, e ad una certa forza del dollaro ha giovato anche la diffusione del discorso della Yellen, dai toni più positivi rispetto a qualche giorno fa.

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) primo pomeriggio, altri segnali di forza dal ciclo US: la seconda revisione del GDP US del terzo trimestre ha portato il dato da +3.2% annualizzato a +3.3%. I consumi sono stati rivisti al ribasso, ma la revisione al rialzo del capex ha più che compensato, il che depone bene per il trend degli investimenti, ovvero la variabile deludente di questo ciclo. Anche il PCE core ha sorpreso in positivo, il che lascia la sensazione che anche il PCE deflator core di ottobre in uscita domani possa farlo.

Ironicamente, è stato a questo punto che il quadro della giornata ha iniziato a modificarsi.

Taglio alle tasse, consumer confidence ai massimi dal 2000, dati stellari in Eurozone, ora anche il GDP US e il sentore di sorprese positive sui prezzi (domani esce anche il CPI preliminare Eurozone di novembre, di cui il dato tedesco di oggi era l’antipasto). Un po’ troppo per non aver impatto sui tassi ingessati da settimane. E cosi i rendimenti hanno preso a salire su entrambe le sponde dell’oceano, e con la tendenza delle curve a irripidirsi (ovvero il contrario di quanto successo fino a ieri).

Questione di una manciata di basis points, ma, sarà per il movimento di curva, che potrebbe indicare che non è finita qui (il flattening andava avanti da mesi), l’impatto si è notato:

  • A Wall Street, la rotazione settoriale ha accelerato, trasformandosi progressivamente in una robusta presa di beneficio sui tecnologici, che ha finito con il pesare sul mercato generale. Difficile indicare un catalyst preciso, al di la della considerazione di medio periodo che un rialzo dei rendimenti penalizza le azioni coi multipli più elevati, forse un po’ prematura. Sta di fatto che una presa di beneficio sulle FANG e similari, dopo la recente performance, probabilmente non necessitava di un catalyst particolarmente credibile per dispiegarsi

  • L’€ ha iniziato a risentire della salita dei tassi europei, e il rimbalzo ha forse accentuato gli effetti, sull’azionario europeo della volatilità, di origine US – tecnologica.

  • Ironicamente, lo Yen, che di solito ottiene supporto dalla risk aversion, oggi si indebolisce. D’altronde, con la BOJ che ancora rispetta lo Yield targeting, i tassi giapponesi sono destinati a restare fuori dall’eventuale rimbalzo dei tassi globali.

Così, l’azionario europeo ha restituito quasi interamente i guadagni, mettendo a segno un reversal dal significato tecnico negativo, a meno di una pronta ripresa domani. Intuibilmente, la salita dei rendimenti globali infastidisce anche l’azionario emergente (MSCI EMG -1.3% mentre scrivo), mentre Wall Street resta chiusa al momento tra le difficoltà del suo inflazionato settore tech, e il momentum dell’indice generale, dopo la price action di ieri.

Visto il brusco cambio di tono rinvio le considerazioni tecniche a domani. A naso, non sembra che il movimento sui bonds sia terminato, ma i dati di domani (PMI cinesi e PCE deflator US) possono incidere parecchio in un senso o nell’altro.

Autore: Giuseppe Sersale Per ulteriori notizie, analisi, interviste, visita il sito di Trend Online