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Verdini e quel prestito milionario garantito da Berlusconi

L'ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in Senato. REUTERS/Tony Gentile

“Sì, ho preso soldi in nero. Ma è una cosa normalissima, si fa così nella vita”. Denis Verdini, senatore fedelissimo dell’ex premier Silvio Berlusconi e coordinatore del PdL, ammette davanti alle telecamere di Report – nella puntata che andrà in onda lunedì 21 ottobre – di aver intascato 800mila euro senza preoccuparsi di dichiararli al fisco. I soldi risalgono ad un’operazione immobiliare datata 1989 e sono stati versati da un costruttore siciliano trasferito a Campi Bisenzio, Ignazio Arnone.

Nelle anticipazioni della puntata di Report, il team di Milena Gabanelli racconta chi è l’uomo che fa da cicerone a Berlusconi “durante l’inaugurazione della nuova sede di Forza Italia, e che conforta l’ex premier dopo che in lacrime ha votato la fiducia al governo Letta”, si legge sul sito web della trasmissione Rai. Il servizio è curato da Sigfrido Ranucci che scava a fondo nella vita del senatore spiegando come “la percentuale delle sue presenze in Parlamento rasenta lo zero, in compenso lavora duramente per il partito”. Ma cosa fa veramente? La puntata si preannuncia ricca di spunti che, sicuramente, non mancheranno di far discutere. Perché Denis Verdini “sta facendo i conti con vari procedimenti penali, dalla bancarotta del Credito cooperativo fiorentino, all’accusa di truffa all’editoria, dalla P3 alla P4, al finanziamento illecito ai partiti”, si legge sempre nel pezzo che introduce la puntata televisiva. E salta all’occhio, se mai ce ne fosse stato bisogno, del rapporto strettissimo tra Verdini e Silvio Berlusconi.

Dopo l’ammissione di aver intascato denaro in nero “perché così si fa nella vita”, le telecamere di Report hanno deciso di indagare anche sulle movimentazioni bancarie dei conti correnti di Denis Verdini risalenti agli ultimi anni. E sono emerse delle curiosità. Tra i bonifici, per esempio, ce n’è uno indirizzato a un atelier svizzero specializzato in alto antiquariato. Seguendo la traccia elettronica dei soldi si arriva a Crans Montana, località rinomata del turismo di lusso del Cantone Vallese svizzero dove c’è uno chalet intestato alla moglie del coordinatore del PdL, Simonetta Fossombrosi. Quello che sorprende di più, ad ogni modo, non è la casa in montagna, bensì il fatto che la disponibilità finanziaria di Verdini non viene messa a rischio nemmeno dalle inchieste della magistratura che tra il 2010 e il 2011 hanno portato al sequestro di tutti i suoi conti e delle proprietà immobiliari.

Basta avere le conoscenze giuste. Sì perché nonostante i beni congelati, in attesa dei vari processi, Denis Verdini riesce a ottenere da Veneto Banca un prestito da 7 milioni e mezzo di euro, proprio quelli che servivano per rientrare dai debiti che aveva contratto con il Credito cooperativo fiorentino per la gestione delle società editoriali e delle imprese immobiliari. Attività, quella immobiliare, che conduce insieme al fratello Ettore Verdini, a Campi Bisenzio. Ma come si spiega l’apertura al credito di una banca nei confronti di una persona che ha tutti i beni sequestrati? Semplice, la garanzia è quella di Silvio Berlusconi. Sul bonifico milionario di Banca Veneto c’è la firma del Cavaliere quale cessionario. E’ difficile pensare di non concedere un prestito se a far da garante c’è il Cav. Diversa la realtà se si tratta di normali cittadini: per un imprenditore “qualunque” con i conti e l’azienda bloccati dalla magistratura, farsi dare dalle banche altro denaro diventa impensabile.