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SPECIALE FOREX Visco chiede più poteri per rimuovere i banchieri scorretti

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lancia un monito al sistema bancario italiano chiedendo più disciplina ai manager e più poteri per rimuovere dirigenti non adeguati al ruolo che svolgono, sposando la stessa linea del presidente della Bce (Toronto: BCE.TO - notizie) , Mario Draghi.
Lo scandalo derivati che ha travolto il Monte Paschi di Siena e che ha portato alle dimissioni dalla guida dell’Abi di Giuseppe Mussari (che all’epoca dei fatti su cui indagano ora le procure, ricopriva il ruolo di presidente di Mps) ha sollevato il dibattito sull’adeguatezza dei manager all’interno degli istituti bancari.
“La Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”, ha detto Visco nel corso del suo intervento all’Assiom Forex di Bergamo aggiungendo che “nel caso di comportamenti impropri si ricerchi la verità, senza sconti; si controllino scrupolosamente notizie e supposizioni”.
“Il quadro normativo va rafforzato”, ha affermato il governatore, aggiungendo che “l’autorità di vigilanza deve poter valutare compiutamente l’idoneità degli esponenti, nel rispetto di criteri di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa. Deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli dall’incarico”. Per Visco, “non vi è mercato che possa funzionare senza regole né vi può essere prudente gestione senza correttezza”.
Nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso, Draghi ha dichiarato che uno dei poteri “essenziali” che, una volta in funzione (presumibilmente nella primavera del 2014), il supervisore bancario unico dovrà avere il potere di “rimuovere il manager se c'è la sensazione che per molte ragioni non e' piu' adeguato”.
Secondo il governatore di Banca d’Italia, “il corretto svolgimento dell’attività creditizia e finanziaria richiede la competenza e la buona fede degli operatori, entrambe determinanti per assicurare la sana e prudente gestione degli intermediari e per preservare la fiducia dei risparmiatori”.
Visco ha quindi spiegato qual è la situazione attuale dei poteri di cui dispone Bankitalia. “Nella sua azione di supervisione la Banca d’Italia ha da tempo intensificato il confronto con gli esponenti aziendali, richiamandoli alle loro responsabilità. Abbiamo imposto regole volte ad assicurare la funzionalità e l’adeguata composizione dei consigli, nonché la trasparenza nei processi di nomina.
Tuttavia, i requisiti di onorabilità e professionalità sono fissati con normative rigide; la decadenza può essere dichiarata solo per difetto di criteri tassativamente elencati; quando l’intermediario non è in situazione di crisi, la Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”.
Il governatore ha richiesto maggiore disciplina anche nella parte variabile delle remunerazioni dei banchieri dichiarando che “non dovranno, in particolare, distribuire bonus le aziende in perdita”.
Oltre ai forti richiami a una maggiore disciplina da parte delle banche, Visco ha disegnato lo scenario economico del Paese che potrebbe tornare a crescere solo a partire dalla seconda metà del 2013. “L’Italia non si è ancora lasciata alle spalle gli effetti della crisi finanziaria e delle due recessioni che l’hanno accompagnata”, ha detto il governatore.
“La caduta dell’attività potrebbe arrestarsi nel corso del secondo semestre del 2013, con un ritorno a ritmi di crescita modesti e con margini di incertezza elevati”, ha spiegato ancora Visco accennando poi alla “questione dell’elevato livello della fiscalità, per i cittadini, per le imprese, per le banche”.
“Occorre affrontarla in una prospettiva di medio periodo con equilibrio, lungimiranza e attenzione ai vincoli di bilancio”. Per Visco, l’Italia rimane in una situazione fragile, sotto i riflettori del mercato e per questo “non deve abbassare la guardia”.

Il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, lancia un monito al sistema bancario italiano chiedendo più disciplina ai manager e più poteri per rimuovere dirigenti non adeguati al ruolo che svolgono, sposando la stessa linea del presidente della Bce, Mario Draghi.

Lo scandalo derivati che ha travolto il Monte Paschi di Siena e che ha portato alle dimissioni dalla guida dell’Abi di Giuseppe Mussari (che all’epoca dei fatti su cui indagano ora le procure, ricopriva il ruolo di presidente di Mps) ha sollevato il dibattito sull’adeguatezza dei manager all’interno degli istituti bancari.

“La Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”, ha detto Visco nel corso del suo intervento all’Assiom Forex di Bergamo aggiungendo che “nel caso di comportamenti impropri si ricerchi la verità, senza sconti; si controllino scrupolosamente notizie e supposizioni”.

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“Il quadro normativo va rafforzato”, ha affermato il governatore, aggiungendo che “l’autorità di vigilanza deve poter valutare compiutamente l’idoneità degli esponenti, nel rispetto di criteri di trasparenza e imparzialità dell’azione amministrativa. Deve poter intervenire efficacemente nei casi in cui, sulla base di fondate evidenze, ritenga necessario opporsi alla nomina di esponenti aziendali o rimuoverli dall’incarico”. Per Visco, “non vi è mercato che possa funzionare senza regole né vi può essere prudente gestione senza correttezza”.

Nel corso della conferenza stampa di giovedì scorso, Draghi ha dichiarato che uno dei poteri “essenziali” che, una volta in funzione (presumibilmente nella primavera del 2014), il supervisore bancario unico dovrà avere il potere di “rimuovere il manager se c'è la sensazione che per molte ragioni non e' piu' adeguato”.

Secondo il governatore di Banca d’Italia, “il corretto svolgimento dell’attività creditizia e finanziaria richiede la competenza e la buona fede degli operatori, entrambe determinanti per assicurare la sana e prudente gestione degli intermediari e per preservare la fiducia dei risparmiatori”.

Visco ha quindi spiegato qual è la situazione attuale dei poteri di cui dispone Bankitalia. “Nella sua azione di supervisione la Banca d’Italia ha da tempo intensificato il confronto con gli esponenti aziendali, richiamandoli alle loro responsabilità. Abbiamo imposto regole volte ad assicurare la funzionalità e l’adeguata composizione dei consigli, nonché la trasparenza nei processi di nomina.

Tuttavia, i requisiti di onorabilità e professionalità sono fissati con normative rigide; la decadenza può essere dichiarata solo per difetto di criteri tassativamente elencati; quando l’intermediario non è in situazione di crisi, la Banca d’Italia può chiedere agli azionisti di rinnovare il vertice aziendale, ma non può incidere sulle loro decisioni, né direttamente rimuovere un amministratore”.

Il governatore ha richiesto maggiore disciplina anche nella parte variabile delle remunerazioni dei banchieri dichiarando che “non dovranno, in particolare, distribuire bonus le aziende in perdita”.

Oltre ai forti richiami a una maggiore disciplina da parte delle banche, Visco ha disegnato lo scenario economico del Paese che potrebbe tornare a crescere solo a partire dalla seconda metà del 2013. “L’Italia non si è ancora lasciata alle spalle gli effetti della crisi finanziaria e delle due recessioni che l’hanno accompagnata”, ha detto il governatore.

“La caduta dell’attività potrebbe arrestarsi nel corso del secondo semestre del 2013, con un ritorno a ritmi di crescita modesti e con margini di incertezza elevati”, ha spiegato ancora Visco accennando poi alla “questione dell’elevato livello della fiscalità, per i cittadini, per le imprese, per le banche”.

“Occorre affrontarla in una prospettiva di medio periodo con equilibrio, lungimiranza e attenzione ai vincoli di bilancio”. Per Visco, l’Italia rimane in una situazione fragile, sotto i riflettori del mercato e per questo “non deve abbassare la guardia”.