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Wall Street: attese e rischi per il 2018

Performance tra le migliori dell'ultimo quadriennio e una spinta ulteriore dalla riforma fiscale recentemente approvata dal Congresso Usa (che riduce le imposte societarie al 21% dal 35%) dovrebbero essere i motori principali del prossimo rally a Wall Street . Sì, perché nonostante il Dow Jones abbia ritoccato i massimi storici per ben 71 volte nel 2017 (con un saldo del 25,5% di crescita) e S&P 500 e Nasdaq (Francoforte: 813516 - notizie) non siano stati da meno visto che per quest'ultimo si parla di +28,8%, gli esperti prevedono ancora un altro anno di corsa sul listino Usa, sebbene con qualche ovvia incertezza visto che, ad agosto, festeggerà il primato storico come il più longevo mai visto.

I prossimi appuntamenti

Intanto l'attenzione si sposta sui report della situazione lavorativa (pubblicati per venerdì) oltre all'indice Ism in arrivo mercoledì, lo stesso giorno in cui è prevista la pubblicazione dei verbali dell'ultima riunione della Fed di dicembre. Proprio partendo da quest'ultimo elemento è possibile tracciare una prima linea che indicherebbe poi la politica che la banca centrale usa sarebbe intenzionata a seguire per quanto riguarda inflazione e tassi di interesse. Sul costo del denaro, infatti, la Fed ha previsto tre aumenti nel corso dei prossimi mesi anche se, adesso non si escludono addirittura quattro strette. Per quanto riguarda il mercato, le previsioni, come accennato, riguarderebbero un 2018 in rialzo anche se con risultati non da record come quelli del 2017. Numeri alla mano si parla di un indice S&P500 che alla fine dovrebbe aggirarsi tra i 2.800 (venerdì è stato fotografato a 2.673 in crescita del 19,4% da inizio anno) e i 3mila punti. Sotto i radar degli operatori anche le prime due sedute del nuovo anno dal momento che, storicamente, si fanno rientrare nel famoso rally di Natale: una performance positiva delle prime due giornate dell'anno nuovo e delle ultime 5 di quello vecchio vengono spesso interpretate come di buon auspicio per i prossimi mesi.

Hitech sul tetto del mondo

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Il primo asset ad essere sotto controllo è senza dubbio il petrolio con speranze di aumenti sulle quotazioni, se non altro per recuperare quel calo del 3,8% che il settore ha dovuto accusare per il 2017. Il settore con le migliori prestazioni è stato invece quello tecnologico (+37%), aiutato dai grandi protagonisti che, da soli, hanno rivoluzionato non solo le Borse e le regole finanziarie, ma anche la vita quotidiana come noi la conosciamo. Il primo nome è ovviamente quello del padre di tutti i social, Facebook (Swiss: FB-USD.SW - notizie) , il quale, vincendo i timori legati alla tempesta fake news, supera il 53% di guadagno da inizio anno. Vanno meglio le cose per Amazon e per il suo ideatore che oggi siede sul trono di uomo più ricco del mondo e domani potrebbe facilmente essere a capo delal società a maggior capitalizzazione al mondo, scalzando di netto Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) dal vertice. A sua volta la ditta di Cupertino deve però combattere con i problemi e le polemiche derivanti dalle aspettative per l'iPhoneX e dalle ammissioni di rallentamento voluto dei vecchi iPhone in alcune specifiche circostanze in cui le batterie non siano perfettamente stabili. Da parte sua Google , o per meglio dire Alphabet (Xetra: ABEA.DE - notizie) ,(a +33% in un anno) è ormai lanciata verso una diversificazione estrema dei settori di investimento e ricerca.

Chi è che preoccupa?

A preoccupare resta ancora l'appiattimento della curva dei rendimenti dei bond a stelle e strisce: quello a 2 anni è salito dall'1,19% di inizio anno a 1,88% avvicinandosi sempre di più al decennale che dal 2,43% di inizio anno è sceso al 2,409% registrato venerdì scorso, ultima seduta del 2017; questo trend è visto con sempre maggior sospetto dagli esperti di economia internazionale perché giudicato un segnale di debolezza economica futura. Sullo sfondo resta anche la questione del tetto del , Jeff Bezos e le prossime elezioni di medio termine che si terranno in realtà a fine anno (novembre) e che potrebbero cambiare gli equilibri politici all'interno del Congresso, spostando l'ago della bilancia, finora tutto a favore dei repubblicani, verso i democratici. Per quanto riguarda la politica commerciale è bene ricordare anche il rischio presente sul possibile fallimento dei colloqui per il NAFTA (North American Free Trade Agreement), l'accordo di libero scambio che viene rinegoziato da Stati Uniti, Canada e Messico e su cui grava l'atteggiamento protezionista dell'amministrazione Trump.

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