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Zona euro, crescita manifattura resta forte a dicembre dopo allentamento problemi forniture

Diverse bandiere Ue davanti alla Commissione europea a Bruxelles

LONDRA (Reuters) - L'attività manifatturiera nella zona euro è rimasta resiliente alla fine del 2021, con le fabbriche che hanno approfittato dell'allentamento dei colli di bottiglia della catena di approvvigionamento e hanno fatto scorta di materie prime a ritmi record.

È quanto emerge dall'indice Pmi finale a cura di Ihs Markit.

La pandemia globale di coronavirus ha reso difficile per le fabbriche ottenere i materiali di cui hanno bisogno e ha fatto lievitare i costi, ma il leggero allentamento dei problemi di approvvigionamento ha portato a una marcata diminuzione delle pressioni sui prezzi.

La lettura finale dell'indice Pmi a cura di Ihs Markit si è attestata a 58,0 a dicembre dal 58,4 di novembre, confermando la stima "flash" iniziale e ancora largamente al di sopra del livello di 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.

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L'indice che misura la produzione, inclusa nel Pmi composito in agenda mercoledì e che è considerato un buon indicatore della salute economica della zona euro, è rimasto stabile al 53,8 di novembre.

"È stato un periodo incredibilmente impegnativo per i produttori della zona euro questa seconda metà del 2021, ma gli ultimi dati non hanno rovinato troppo lo spirito di festa", ha detto Joe Hayes, economista senior di Ihs Markit.

"Stiamo assistendo ad alcuni timidi, ma molto graditi segnali che la crisi della catena di approvvigionamento che ha afflitto le linee di produzione in tutta Europa stia iniziando a recedere. Sebbene i guadagni siano stati solo marginali... i dati Pmi hanno mostrato scorte di acquisti aumentate a un tasso record a dicembre".

Questo allentamento ha portato al calo dell'indice dei prezzi input a un minimo di otto mesi -- seppur ancora alto -- di 86,7 da 88,9, permettendo alle fabbriche di aumentare i prezzi a un ritmo molto più lento che a novembre.

"La diminuzione dei tassi d'inflazione è di nuovo un segno positivo, ma siamo ancora in una situazione critica", ha aggiunto Hayes.

La Banca centrale europea ha fatto un altro piccolo passo avanti nel ritiro degli stimoli anti-crisi il mese scorso, ma ha aumentato le proiezioni di inflazione e ora la vede al 3,2% quest'anno, ben al di sopra dell'obiettivo del 2,0%.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Milano Sabina Suzzi)