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Zona euro, studio: a cinque Paesi 'core' circa 90% liquidità aggiuntiva Bce

FRANCOFORTE (Reuters) - Circa il 90% della liquidità aggiuntiva iniettata dalla Bce con il programma di 'quantitative easing' e le operazioni 'Ltro' risulta parcheggiata sui conti delle banche di cinque tra i Paesi più ricchi della zona euro. Lo dice uno studio a cura dell'istituto centrale di Francoforte, dove si mette il fenomeno in relazione all'avversione al rischio che impedisce il flusso dei fondi da Finlandia, Francia, Germania, Lussemburgo e Olanda al resto dei Paesi della zona euro, dove le banche dipendono ancora principalmente del rubinetto Bce. A ormai quasi dieci anni dall'inizio della crisi finanziaria e a dispetto delle misure messe a punto dalla banca centrale, gli istituti di credito dei Paesi 'core' sembrano dunque ancora riluttanti a finanziare le controparti della cosiddetta 'periferia'. "Dopo la crisi finanziaria sembra che una maggiore avversione al rischio e modelli interni più conservativi tra le banche continuino a limitare il flusso della liquidità tra singoli Paesi, ostacolando una più omogenea ridistribuzione dei fondi tra singoli Paesi" scrivono i 14 autori del documento. Dal 2015 a oggi, tramite il duplice canale del Qe e delle operazioni ultra-lunghe, la banca centrale ha messo a disposizione dei Paesi euro circa 1.500 miliardi di euro di liquidità in eccesso, fondi che finiscono spesso parcheggiati nei depositi overnight in Bce, su cui le banche pagano ormai lo 0,4%. L'accumulo di fondi nei Paesi più ricchi e finanziariamente solidi e il mancato flusso in direzione di quelli che più ne hanno necessità rischia di compromettere gli sforzi Bce e mostra come ancora resti lontano l'obiettivo di un'unione bancaria a livello di Unione europea. Sempre secondo lo studio pubblicato oggi, il 60% degli acquisti di titoli di Stato da parte della Bce e delle singole banche centrali nazionali finisce investito in Germania, dove i venditori -- per la maggioranza banche britanniche -- hanno il conto corrente. Un altro 20% arriva in Francia. Gli autori del documento ritengono che questo non sia sufficiente a giustificare che l'eccesso di liquidità si accumuli soltanto in cinque Paesi e fanno riferimento anche a fattori esterni, tra cui un sistema bancario più solido che attrae i depositi e regole più severe per i finanziamenti interbancari. "Dal riscontro con le banche e da un'analisi più approfondita risulta che i requisiti patrimoniali e i modelli interni degli istituti di credito hanno molta influenza sul livello della liquidità in eccesso a disposizione delle singole banche" scrivono. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano.Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia