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Downgrade di S&P, Grecia sempre più sull’orlo della bancarotta

Insostenibile. Così Standard & Poor’s ha definito mercoledì il peso del debito greco. L’agenzia di rating statunitense ha spedito la nota di Atene ancor più nei meandri della zona junk (“spazzatura”): da B- a CCC+. Se l’accordo con i creditori europei non verrà trovato prima di metà maggio, dicono, la Grecia mancherà inevitabilmente le scadenze di ripagamento. “Se sono preoccupato? Ovviamente”, commenta Napoleon Maravegias ai microfoni di Euronews. “E non sono preoccupato solo io come economista ma, credo, tutto il popolo greco. Ogni ostacolo nel negoziato con i nostri creditori complica le cose. I nostri fondi si stanno prosciugando”. Segnali positivi ci sono: nel primo trimestre l’avanzo primario ha superato i target. Ma a maggio la Grecia dovrà rimborsare un miliardo di euro al Fondo monetario. “I mercati pensano che siamo sull’orlo della bancarotta”, dice Takis Zamanis, trader. “Nelle ultime settimane questa è stata l’opinione prevalente e la cosa è facilmente osservabile negli alti tassi di interesse”, conclude. I premi di rischio dei bond a tre e a cinque anni sono schizzati rispettivamente al 28% e al 19%. Anni luce dai livelli visti nel 2014, quando Atene si apprestava a uscire dal piano di aiuti: “Soltanto un anno fa la Grecia azzardava un primo ritorno sui mercati del debito”, spiega la nostra corrispondente da Atene Symela Touchtidou. “Allora gli investitori hanno accolto la mossa con un certo grado di fiducia e rendimenti richiesti relativamente bassi. Dopo questo nuovo downgrade quei giorni sembrano ora molto lontani”, sottolinea. Lontano sembra anche lo scongelamento dell’ultima tranche di aiuti da 7,2 miliardi di euro. La lista di riforme di Atene ancora non soddisfa l’Europa e l’ottimismo del premer greco Tsipras (che si è detto convinto del buon esito dei negoziati entro l’Eurogruppo del 24 aprile) stona con le dichiarazioni degli altri governi. “Tanto siamo già fuori dai mercati, giusto? Questo è un fatto assodato. A questo punto, un’altra bocciatura del nostro debito non fa molta differenza”, afferma un negoziante di Atene, Takis Giannopoulos. “Per cui, a me non importa. Cercano di terrorizzare le persone. Per me, nell’ultimo periodo siamo già andati in bancarotta almeno una volta al mese”, aggiunge. Alcuni esperti sostengono che, se anche la Grecia dovesse mancare un pagamento, ciò non significherà per forza l’uscita dall’euro. In tal caso, però, l’imposizione di controlli sui capitali sembra cosa certa.