Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    34.249,77
    +310,02 (+0,91%)
     
  • Dow Jones

    38.317,92
    +232,12 (+0,61%)
     
  • Nasdaq

    15.963,22
    +351,46 (+2,25%)
     
  • Nikkei 225

    37.934,76
    +306,28 (+0,81%)
     
  • Petrolio

    83,95
    +0,38 (+0,45%)
     
  • Bitcoin EUR

    59.863,38
    -639,40 (-1,06%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.330,16
    -66,37 (-4,58%)
     
  • Oro

    2.350,50
    +8,00 (+0,34%)
     
  • EUR/USD

    1,0696
    -0,0037 (-0,34%)
     
  • S&P 500

    5.111,86
    +63,44 (+1,26%)
     
  • HANG SENG

    17.651,15
    +366,61 (+2,12%)
     
  • Euro Stoxx 50

    5.006,85
    +67,84 (+1,37%)
     
  • EUR/GBP

    0,8561
    -0,0013 (-0,15%)
     
  • EUR/CHF

    0,9774
    -0,0011 (-0,11%)
     
  • EUR/CAD

    1,4617
    -0,0032 (-0,22%)
     

Perché gli enti inutili restano sempre in vita?

Ci provano da oltre mezzo secolo, ma con modesti risultati. A dire il vero qualche passo in avanti è stato compiuto negli ultimissimi anni sulla spinta della crisi, che impone di alleggerire la spesa pubblica, anche se a conti fatti i risultati fin qui conseguiti restano molto lontani dalle previsioni. Stiamo parlando degli enti inutili, realtà pubblica che — a dispetto di un appellativo inequivocabile — non ne vogliono proprio sapere di lasciare la scena.

Una lunga battaglia

La prima classificazione degli enti inutili destinati alla soppressione risale alla legge 4 dicembre 1956, n. 1404. Altri provvedimenti sono arrivati negli anni Ottanta e Novanta, fino alle misure degli ultimi tre anni, che promettevano di sciogliere i nodi fin lì rimasti irrisolti per rimpallo delle competenze tra i diversi livelli di governo. In tutto, sono state approvate otto leggi, frutto di decine di ore di lavoro tra le analisi dei tecnici e le votazioni parlamentari, eppure molti di quegli enti sono ancora in vita, o restano congelati ma continuano a drenare soldi dalle casse pubbliche.

Cala il sipario sui Monopoli e l'Agenzia del Territorio

A fine mese spariranno due enti noti come l'Agenzia del Territorio e i Monopoli, da accorpare rispettivamente con l'Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane, secondo quanto stabilito dall'ultimo Taglia-Enti disposto nel 2008. Da allora solo 49 strutture sono state effettivamente chiuse e un'altra ventina accorpate, circa un quarto di quelle previste. E pensare che, secondo diverse stime, gli enti inutili sarebbero circa 34mila.

ANNUNCIO PUBBLICITARIO

Eppure resistono

Sul perché di questa resistenza, le giustificazioni si sprecano. Ci sono casi come quello del Banco nazionale di prova delle armi da fuoco prima soppressi, quindi ripristinati anni dopo, per ricevere infine un potenziamento degli incarichi loro affidati. E ci sono decine di strutture che formalmente hanno completato la procedura di soppressione, a eccezione del sigillo finale, eppure continuano a costare milioni di euro allo Stato tra affitti e costo del personale (di cui si ignorano compiti e responsabilità).

Alla fine la sensazione è che molti di questi carrozzoni si mantengano in piedi grazie soprattutto ai cavilli sollevati dai loro presidenti e alla ricerca di conflitti di competenza a vario livello con l'obiettivo comune di salvaguardare poltrone di nomina politica, che evidentemente non vogliono mollare i lauti emolumenti.